Grazie Macis della segnalazione.L'articolo apparso su riviera24.it mi era sfuggito e merita veramente una pubblicazione integrale. Non conosco Rinaldo Sartore, gli perdono qualche piccola imprecisione, ma condivido in toto il suo pensiero.
Come sanno bene i frequentatori della località sciistica, unica in provincia d’Imperia, la nuova seggiovia non ha ancora determinato il rilancio di Monesi quale stazione per gli sport invernali.
E’ bene ricordare brevemente com’erano gl’impianti appena inaugurati a metà anni ‘50: una seggiovia da quota 1400 a 2200 m., 4 skilift uno dei quali illuminato per lo sci notturno, la piscina coperta e riscaldata nella quale ci si poteva tuffare dopo lo sci, la pista di pattinaggio sul ghiaccio coperta, il night club, una tavola calda capace di servire fino a 1500 clienti a pasto, l’albergo dotato di camere simili a mini alloggi o suite, con ottimo ristorante, l’infermeria dotata di apparecchiatura radiologica per diagnosticare eventuali fratture, e adeguato personale sanitario presente nei fine settimana e durante le vacanze.
Per gradire lungo il percorso della seggiovia si poteva ascoltare musica diffusa da due altoparlanti per ogni palo; questo particolare oggi può far sorridere ma negli anni ’50 faceva sognare. In ultimo, ma non per questo meno importante, 12 servizi igienici pubblici che da circa vent’anni sono chiusi.
Il coraggioso e lungimirante fondatore dell’attuale Monesi di Triora fu il Conte Galeani; prima di allora vi era una baracca e la pastorizia estiva. Le positive ricadute economiche per tutto il comprensorio, da Pieve di Teco a Ormea, seguirono il rapido sviluppo dell’allora avveniristica stazione sciistica che si era data lo slogan.
“A Monesi si sia da Re” Anche se cinquant’anni fa gli sciatori erano meno numerosi di oggi, Monesi e le località limitrofe, vissero anni di prosperità. Il tempo vola, è noto, e trent’anni dopo la nascita della stazione sciistica i proprietari dei terreni sui quali erano stati costruiti gli impianti, immemori di com’era l’economia della zona prima della nascita della stazione sciistica e spinti da cieca ingratitudine non rinnovarono il contratto d’affitto alla società che aveva costruito e gestito egregiamente gli impianti pretendendo caparbiamente la demolizione della seggiovia. (un modello gemello costruito a Frabosa Soprana è ancora in funzione) Seggiovia, quella di Monesi, che nacque dotata di due stazioni intermedie in modo di consentire la discesa, o la salita per il ritorno alla partenza, dalla “prima” o dalla seconda stazione.
Una simile opportunità, quest’anno, avrebbe consentito di sciare dalla prima, circa 1600 m. in su. Oltre alle due stazioni intermedie è pure bello ricordare il buon senso e l’operosità degli addetti agli impianti, coordinati dal compianto Armando, il quale coadiuvato da Elisio, Nello, Bruno, Pino, Quinto, Emilio, Ettore, Giuseppe, Enzo, Angelo ed altri stagionali fino a circa 30 addetti, non attendevano la prima nevicata per accorgersi che i gatti per battere le piste avevano le batterie scariche o la condensa nel serbatoio del carburante. Così come non attendevano pigramente la neve per montare i traini sugli skilift… Non solo. Ho visto più volte lo stesso Armando provvedere a trasportare, con un trattore la neve prelevandola negli avallamenti del terreno o dai cumuli fatti dal vento, sui pontini del primo tratto dello skilift Tre Pini per consentire la salita. Oggi? Oggi la seggiovia è rimasta inutilizzata fino a metà gennaio in quanto lo skilift Pateau non è stato neppure messo in funzione, anche se lo strato di neve era sufficiente mentre il Tre Pini non era praticabile per mancanza di neve nel primo tratto. Lo stesso skilift è stato paradossalmente attivato il primo weekend di febbraio quando la neve era certamente inferiore a quella che c’era durante le vacanze natalizie.
Oltre alle scarse precipitazioni nevose, è stata la negligenza la causa del notevole ritardo dell’ apertura degli impianti di Monesi al contrario di Garessio 2000 e altre località che hanno sopperito alla scarsità di neve utilizzando i”cannoni” del buon senso e della volontà. Un atteggiamento diametralmente opposto a quello cronico, da troppi anni, dei proprietari dei terreni di Monesi.
Una stazione sciistica che dispone di grandi potenzialità, basti citare la grande pista Sanremo dove vi è lo spazio per realizzare almeno un altro impianto di risalita, con 4 – 5 piste che oggi sarebbero spettacolose o lo sci di fondo in quota verso le Navette.
Una stazione sciistica dalla quale dipende il benessere di una grande comunità non dovrebbe più essere alla mercé della palese incapacità gestionale dimostrata dagli attuali proprietari e dai loro frequenti niet che gli stessi pronunciano al termine di ogni riunione propositiva. Basti citare il recente, imprevisto e ingiustificabile divieto di piantare i paletti per lo slalom sulla variante della Verde che ha impedito ad un nutrito gruppo di ragazzi di eseguire una gara; una decisione questa che esula dalla sfera delle capacità imprenditoriali e attiene la psichiatria.
Credo sia auspicabile che la provincia d’Imperia inizi quanto prima una pratica di esproprio di tutta l’area sciabile per dare in gestione al miglior offerente la morente stazione sciistica prima che sia troppo tardi.
Rinaldo Sartore
17/02/2011