Officina della poesia "Nicola Imbraguglio" Laboratorio poetico

Dialogo con una poesia appena nata. N1

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  • gasparastampami
    00 08/07/2009 17:15
    Ecco,ho scritto una poesia. Allora: Google...officina.. discussione...
    Sto per premere "invio" quando....
    "Ti prego, aspetta!" mugola una flebile vocina. Mi guardo intorno. Non c'è proprio nessuno. La voce si fa udire di nuovo "Non sono pronta!"
    Ma... è proprio lei, la poesia appena terminata. Che vuole, adesso.
    Non rispondo, lei insiste. "Non mandarmi laggiù, ho paura"
    Mi rassegno a rispondere "Paura di cosa"
    Adesso è una voce adirata:" Ma come, di cosa. Sono qui, dietro le quinte, mi butti in scena così, senza farmi ripetere la parte, non vedi quel pubblico famelico, mi sbraneranno! Oddio, svengo, non reggo questa tensione!"
    "Ma quale pubblico, cosa dici, è uno spettacolo d'arte varia, non sanno nemmeno che esisti, non c'è nessun cartellone, quindi non ti aspettano, vai, fai la tua parte e.."
    "E cosa?" aggredisce "Se fossi un'attrice tornerei nei camerino, mi spoglierei e sarebbe finita. Ma che ne sai tu del mondo dove mi spedisci? Ci sei mai stata dall'altra parte del vetro?"
    Sbuffo. IO SONO VERA.
    "E io?" fa lei "cosa sono? l'hai detto tu che le parole sono sangue, e adesso ti contraddici. E poi, mi mandi così? Vedi, la prima strofa è perfetta, un corpetto di lustrini e merletti, ma la gonna è strappata, e nel finale al posto delle scarpine ho due vecchie ciabatte.Non potevi adornarmi un pochino?"
    Non ha tutti i torti, la piccola. Esito, e lei incalza:" Lo vedi, hai goduto nel farmi, e adesso mi abbandoni nel mondo. Sembri una cagna con i suoi cuccioli."
    "Va bene, lo ammetto, ho goduto nel crearti, ma adesso sono stufa di te, ti ho adornata come ho potuto, ma poi nel finale mi sono esaltata e non sono riuscita a trattenermi..."
    "Sei una zoccola" sibila insolente.
    "Guarda che parlavo della tua crezione, non dell'orgasmo, scema. E poi, se vuoi propri saperlo, è vero, farti è stato un orgasmo, ma che ne sai tu di queste faccende?"
    "No-non-ci-vado-in-quel-coso-non-ci-vado-ho-paura."
    Questo è panico. Che faccio, adesso? Provo a prenderla con le buone:
    "Ascolta, figlietta mia, laggiù sono brave persone, magari ti regalano un paio di sandali e poi non ti possono fare niente di male"
    "Niente, dici? E allora perchè anche tu, quando scrivi, hai la tachicardia, e aspetti fremente il giorno dopo per vedere i commenti? Ipocrita vigliacca, mi spedisci così allo sbaraglio, e resti al sicuro al di qua del vetro."
    Bè, al sicuro mica tanto. Ci sono anch'io in questa storia.
    Però ha ragione. Potrei aggiustarla un pò, qualche braccialetto sonoro, una citazione fra i capelli, una metafora alla scollatura, una rosa sul seno....Ma è tardi. Lei è già grande, in poco tempo è cresciuta, adesso è così viva che non riesco a pensarla diversa. Guardandola, però, mi accorgo che mi ha presa in giro: anche lei sta morendo dalla voglia di tuffarsi in scena e di farsi ascoltare. Mi sorride come una faccina maliziosa.
    Premo " INSERISCI"
    Buona fortuna
    rosaria
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    altrodase
    Sesso: Maschile
    00 08/07/2009 18:58
    Non ha tutti i torti, la piccola. Esito, e lei incalza:" Lo vedi, hai goduto nel farmi, e adesso mi abbandoni nel mondo. Sembri una cagna con i suoi cuccioli."
    "Va bene, lo ammetto, ho goduto nel crearti, ma adesso sono stufa di te, ti ho adornata come ho potuto, ma poi nel finale mi sono esaltata e non sono riuscita a trattenermi..."
    "Sei una zoccola" sibila insolente.
    "Guarda che parlavo della tua crezione, non dell'orgasmo, scema. E poi, se vuoi propri saperlo, è vero, farti è stato un orgasmo, ma che ne sai tu di queste faccende?"
    "No-non-ci-vado-in-quel-coso-non-ci-vado-ho-paura."



    ...allora non solo il solo a considerare la genitura di una poesia come un parto!

    A dire il vero a me ha sempre dato l'impressione di una "montata lattea versificatoria", come una liberazione che se non la fai ti senti carceriere e dopo averla liberata, orgasmata devi abbandonarla in mezzo alla strada ed aspettare che qualcuno l'adotti, la bevi...la porti via con sè e la faccia sua, così tu sei felice non tanto che il tuo latte non sia andato perso ma che almeno te ne sia liberato.

    E se il poetare, fosse una forma di sano autoerotismo?


    ***


    [Modificato da altrodase 08/07/2009 19:02]
  • gasparastampami
    00 10/07/2009 12:08
    Certamente, nando.
    Ma mi viene un dubbio atroce: e allora, farlo a quattro mani, cos'è?
    Rosariamaliziosa