00 23/06/2006 01:30

CORRIERE DELLA SERA
22 giugno 2006
PARTY ROMANO SENZA L’EDITORE
Ma giornalisti e politici bipartisan affollano la festa del Riformista

ROMA - Bisogna venirci, a queste cene, a queste feste romane. Ti bevi un prosecco, ti mangi un’oliva ascolana fritta e poi chiacchieri, saluti, ti guardi intorno. È anche così che si capisce dove va la politica, il potere, quanto pesano ormai certe inchieste della magistratura e come cambiano, per esempio, i giornali. Stasera - un epocale mercoledì di caldo torrido - ecco, stasera al ricevimento organizzato dal quotidiano il Riformista nello spazio eventi Haworth Creative Center dell’Eur, si capisce quanto e come il Riformista sposterà il suo asse politico-editoriale. La sensazione è precisa, osservando il nuovo direttore del giornale arancione, Paolo Franchi, per anni celebre firma del Corriere , mentre accoglie e saluta i suoi ospiti, questa folla davvero trasversale di ministri (Melandri, Pecoraro Scanio), ex ministri (Buttiglione, De Michelis, Vizzini), ex sottosegretari (Gianni Letta), governatori (Bassolino, Del Turco) politici di governo (Caldarola e Ranieri per i Ds, Cossutta per il Pdci, Capezzone per la Rosa nel pugno, Castagnetti per la Margherita) e di opposizione (Cicchitto per Fi, D’Onofrio per Udc, Ronchi per An). Con Cesare Romiti accanto a Sandro Curzi e ad altri della Rai, da Andrea Vianello all’autore Gualtiero Peirce, a Giuliano Giubilei (con il quale alcune signore si congratulano per la candidatura a direttore dei Servizi parlamentari).
Li guardi tutti che sfilano e ti ricordi un passaggio dell’editoriale con cui Franchi si presentò ai suoi elettori: «Staremo, come riformisti, da una parte. Ma guarderemo con attenzione a ciò che avviene dall’altra parte, eleggendo a nostri interlocutori quei politici che l’attuale centrodestra vogliono cambiarlo». Questi interlocutori, questi invitati - per diplomazia? eleganza? opportunità? - non parlano di Giampaolo Angelucci, il proprietario del Riformista posto meno di trentasei ore fa agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari. Però Franchi non si tira indietro: «Come si dice in questi casi: abbiamo fiducia nella magistratura. Quanto al resto, i giornalisti fanno i giornali...». I fondatori del giornale, Claudio Velardi e l’ex direttore, ora senatore, Antonio Polito, parlano in un angolo. Emanuele Macaluso: «A questo giornale voglio un bene che...». Il titolo della festa era: «L’Italia è spaccata e i pezzi sono i nostri». Per metafora, un grande puzzle raffigurante lo Scarpone: che gli invitati devono ricomporre. Si mettono in fila - con gli spiedini di salmone in mano - e Umberto Pizzi, il fotografo di Dagospia , che sta lì, a scattare.
Fabrizio Roncone



INES TABUSSO