Mi sono gustato davvero con gran piacere "L'Inferno", pellicola del 1911 prodotta da Milano Films e diretta da Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro (che si ritaglia anche qualche ruolo) e Adolfo Padovan.
L'Inferno
Pur non essendo ancora cinema narrativo, ha un fascino davvero notevole che promana dalle innumerevoli scene d'impatto che mette in mostra. Si doveva trattare di un colossal, per l'epoca: il numero di comparse è davvero elevato e le scenografie sono ragguardevoli.
Gli effetti speciali coronano alcune scene in modo molto vigoroso, imprimendo il senso del dramma negli occhi dello spettatore.
I pannelli dettagliano in modo puntuale le scene che si stanno per vedere e riprendono versi della Divina Commedia, qui seguita in modo piuttosto accurato e ridotta con accuratezza (mannaggia, manca il mio episodio preferito, ossia Ulisse), ma non riportano dialoghi, a dimostrazione che ancora il cinema non è narrazione, bensì una rappresentazione che punta sull'impressione visiva.
Vi dico: me lo sono visto in una versione addirittura muta, nel senso di priva della colonna sonora d'accompagnamento, eppure non mi ha minimamente infastidito o impedito di godere della bellezza della rappresentazione.
C'è molta teatralità, in queste scene, ma il vortice dei lussuriosi o altre scene come Satana il divoratore valgono davvero il biglietto.
La tecnica utilizzata è quella della sovrapposizione di pellicole, che addirittura viene fatto per quarti e non solo per metà dell'immagine.
Gli attori danno prova anche di abilità fisiche perché in più occasioni si fa utilizzo di carrucole o cavi al fine di dar la sensazione del volo.
Notevole.