a nessuno frega un boia di ciclismo?

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Z l'unico e il solo
00giovedì 22 luglio 2010 17:58
Per me tour scandaloso pieno di mezze figure. Contador sarà antipatico, ma almeno prova sempre a vincere. Shleck veramente patetico ad accordarsi con Contador per una vittoria di tappa, se hai le palle almeno prova a vincere con le tue sole forze fino all'ultimo.
wrestlemania x-seven
00giovedì 22 luglio 2010 18:33
A me piace, ma questo Tour non lo sto vedendo, per un motivo o per un altro. Cmq negli ultimi anni la passione è enormemente calata.
Z l'unico e il solo
00giovedì 22 luglio 2010 19:15
per me è cominciata a calare con Armstrong che faceva solo il tour per non stancarsi con le altre corse. Un approccio scientifico e non epico che tradisce lo spirito di questo sport. Però poi almeno lui, ulrich e beloki facevano l'impossibile per vincere.
cage n1
00giovedì 22 luglio 2010 20:12
i ciclisti sono tutti doppati
nessuno escluso
!Darkside.
00giovedì 22 luglio 2010 21:19
Ho smesso di seguirlo quando si sono ritirati Greg Lemond e Claudio Chiappucci, fate voi. [SM=g27828]
costanzo74
00giovedì 22 luglio 2010 22:42
Ho smesso di seguirlo quando beccarono Pantani, l'unico che mi faceva restare incollato alla tv per ore per vedere le sue imprese.
!Darkside.
00venerdì 23 luglio 2010 00:13
Re:
costanzo74, 22/07/2010 22.42:

Ho smesso di seguirlo quando beccarono Pantani, l'unico che mi faceva restare incollato alla tv per ore per vedere le sue imprese.



Te pensa, Pantani non l'ho mai sopportato.
The King Scorpion
00venerdì 23 luglio 2010 12:08
Lo seguo sporadicamente, ma non sono un appassionato. L'unico che me lo faceva seguire davvero era Pantani.
costanzo74
00venerdì 23 luglio 2010 12:12
Re: Re:
!Darkside., 23/07/2010 0.13:



Te pensa, Pantani non l'ho mai sopportato.




E' l'unico che mi abbia davvero emozionato con le sue imprese.
Z l'unico e il solo
00venerdì 23 luglio 2010 14:23
Pantani rappresentava l'uomo epico, solo contro la natura e a cui non bastava mai fare il minimo.
Era proprio un significato semantico diverso rispetto ai piccoli calcolatori di oggi. Quando c'era una salita partiva sempre. Quando gli organizzavano un tour contro (con mille mila chilometri a cronometro) lui non si rassegna ma prova a partire a 50 km dall'arrivo. Se anche quel tour non l'avesse vinto avrebbe comunque avuto il mondo ai suoi piedi.
costanzo74
00sabato 24 luglio 2010 10:24
Fantastico quando gettava via il berretto e cominciava la scalata. Come a dire: "venite a prendermi!"
Da brividi!!!!
The King Scorpion
00sabato 24 luglio 2010 14:46
Marco, che saliva sulla montagna


Marco Pantani era un controsenso. Nato sul mare, con il salino nelle narici e la libertà del gabbiano nel sangue, domava le montagne aguzze sputando fatica e gloria come nessun’altro dai tempi di Coppi.
Campioni così ne nascono solo due o tre in un secolo. Quando la salita diventava solo per gli dei lui gettava via la bandana e non ce n’era più per nessuno.
Era un controsenso vivente, Marco. Ribelle fin da bambino, quasi indomabile, testardo, chiedetelo a mamma Tonina. Eppure capace di sacrifici disumani, come un samurai.

Nel 1995 alla Milano–Torino un assurdo incidente gli spezza una gamba. Lui lotta per tornare in sella ma nel 1997 ha un altro infortunio.
La voglia di vincere di questo romagnolo testa dura è troppo forte però. Libero come il mare e forte come la roccia.
1998: vince Giro e Tour, un mito. I francesi vanno giù di testa per Pantani' . Quando il pirata corre, il ciclismo torna a riempire i bar, i circoli e perfino le signore anziane guardano il Giro in tv, perché c’è Pantani.

Poi nel 1999 la montagna ingrata si vendica di Marco, di colui che ha osato sfidarla e l’ha umiliata e battuta.
A Madonna di Campiglio il sogno si spezza. I controlli erano annunciati, e poi non era un vero e proprio controllo antidoping, ma una campagna per la salute dei ciclisti approvata dagli stessi corridori. Quel maledetto ematocrito fuori di due stronzissimi punti. Lo rifanno poche ore dopo e i valori sono normali. Ma la carriera di Marco è stroncata.
I giornalisti erano già pronti davanti all’albergo fin dalla mattina presto, e sulle gazzette rosa e bianche gli daranno del “traditore”.
Per loro è un dopato, un drogato, uno che imbroglia per vincere, un impostore. Gettano su Pantani, sul più grande, tutto il marcio del ciclismo, hanno finalmente il loro capro espiatorio. Le condanne comminate sui giornali non hanno appello, sono cassazione.
Forse, e lo dicono in tanti, quella volta lo hanno semplicemente fottuto. Andava troppo forte, troppo per i nuovi campioni sui quali investire milioni di dollari.

Marco non regge alla vergogna, alle parole cattive, alle condanne senza processo, forse anche al senso di impotenza di fronte a qualcosa di troppo grosso che era più forte di lui e che gli si era messo contro.
Prova a ricominciare ma non è più lui. Gli offrono la roba: “dai, che poi ti senti meglio”, e paradossalmente ora diventa veramente un drogato, della sostanza più bastarda, la coca. Che prima ti fa sentire un dio, ti fa salire fino sulla cima e poi ti spezza i freni e ti manda giù a rotta di collo verso la depressione più nera.
Diventa paranoico, ha paura di tutti, e tutti lo lasciano solo come un cane. Lo troveranno in una camera d’albergo, morto, con la stanza a soqquadro, a San Valentino.
Gli avvoltoi diranno che Marco Pantani è morto facendosi di crack. Taceranno invece come sepolcri quando usciranno i risultati delle analisi autoptiche: “nessun uso di sostanze dopanti atte a modificare le prestazioni sportive per un lunghissimo lasso di tempo precedente la morte.”

L’anno prima, mi pare, il Giro passò per Faenza. Mi piazzai sul ponte di Corso Europa aspettando che arrivassero i ciclisti. Non riuscii a riconoscere nessuno, alla grande velocità alla quale andavano, a parte Marco e la sua bandana. Adesso, ogni volta che passo di lì penso: qui ci ho visto Pantani, una leggenda.

Cos’è ora il ciclismo senza di lui? C’è stato il grande momento di Lance Armstrong, che Marco aveva battuto a Courchevel. Anche lui è finito sotto accusa per doping, quello vero, ma si è ritirato in tempo e le cose scritte sui giornali sono state dimenticate in fretta, non scolpite sulla pietra come per Pantani.
Anche se si corre ancora, con il pirata è morto anche il ciclismo, e adesso le nonne quando comincia la tappa spengono la tv. Perché non c’è più Marco con le emozioni che ti dava e il cuore è stretto solo da una tristezza infinita.


Takerlord
00mercoledì 28 luglio 2010 14:32
Re: Re: Re:
costanzo74, 23/07/2010 12.12:




E' l'unico che mi abbia davvero emozionato con le sue imprese.




trovavo più emozionante e verosimile indurain
Z l'unico e il solo
00mercoledì 28 luglio 2010 16:34
Indurain era un vero signore. Ma era boooooooring, boooooooring.
Takerlord
00mercoledì 28 luglio 2010 20:08
Re:
Z l'unico e il solo, 28/07/2010 16.34:

Indurain era un vero signore. Ma era boooooooring, boooooooring.




il ciclismo a squadre è anche una partita a scacchi
costanzo74
00mercoledì 28 luglio 2010 23:25
Re: Re: Re: Re:
Takerlord, 28/07/2010 14.32:




trovavo più emozionante e verosimile indurain




De gustibus.
E sono d'accordo con Zeno....

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