dueanime
00martedì 1 gennaio 2008 15:40
Alle venti e zero due e trentasette secondi ho aperto lo sportello, ho preso la borsa dal sedile, le chiavi, l’ombrello, il mio quaderno ad anelli.
Porta la cosa più preziosa che hai, aveva detto l’insegnante di recitazione. E così ecco il quaderno ad anelli, che raccoglie tutti i miei racconti scritti negli ultimi due anni. I loro protagonisti tremendamente in cerca di conforto e di perdono.
Appena sono scesa il vento mi ha investito con prepotenza.
Alle venti e zero tre e quattro secondi ho appoggiato il quaderno sul cofano per liberarmi in parte le braccia ed ho chiuso lo sportello più in fretta che potevo.
Il quaderno è stato investito da una folata più forte delle altre. Si è aperto. Lo tenevo d’occhio, ma non volevo rinunciare a completare l’azione di chiudere la macchina. Trovata la fessura di metallo, bastava un piccolo movimento del polso per far scattare la serratura.
Dietro di me, due voci maschili in avvicinamento. Stranieri. Erano le venti e zero tre e diciotto secondi. Un’altra folata ha girato le pagine del quaderno. Le cartelline di plastica trasparente si sono gonfiate. Le ho guardate sapendo che era ormai troppo tardi per fare qualcosa. Il primo foglio si è sfilato da una delle cartelline volando dritto in direzione del porto. Ho allungato un braccio, ma senza convinzione. Nel tentativo di afferrare il quaderno, l’ho spostato dal suo punto di equilibrio. Alle venti e zero tre e quarantuno secondi il quaderno è scivolato puntando con uno dei suoi angoli verso terra. I fogli sono usciti uno dietro l’altro, in uno spettacolare dòmino aereo. Lo stormo di carta si è diretto bianco e splendente verso il traghetto illuminato che imbarcava camion per la Grecia. Le due voci maschili, adesso all’altezza delle mie spalle, si sono fatte concitate, ed i loro passi si sono accodati a quel trambusto vocale. I due uomini hanno cominciato a correre con le braccia sollevate, agitandole come mulinelli e cercando di raggiungere i fogli più vicini. Dal canto mio, non riuscivo a muovere un passo, rapita dalle mie parole in volo verso la salsedine, sulle ali di un impeto di libertà assoluta e senza meta. Immaginavo i personaggi dei miei racconti con gli occhi spalancati sopra la distesa notturna e marina, gli uomini con i lembi delle giacche svolazzanti, alcune donne con i vestiti aderenti alle cosce, la mia Olga con la gonna aperta a campana, che saliva e saliva. C’era una donna nuda, dipinta con il cioccolato, che rideva tremante di freddo, un uomo con un pappagallo sul cappello, Angela che finalmente poteva volare come le farfalle. E Cinzia, in piedi sul davanzale della finestra, ed F. che non si era ancora uccisa e stava mangiando una mela.
Alle venti e zero tre e cinquantasette secondi i due uomini mi hanno riportato i fogli che erano riusciti a catturare.
Li ho ringraziati ridendo, anche loro ridevano soddisfatti, ma non potevano sapere di quanto mondo si fosse irrimediabilmente staccato dalle pagine.
Neanche due minuti per la fuga più gloriosa del secolo.
Alle venti e zero quattro e tredici secondi, appena i due uomini si sono voltati per proseguire nella loro passeggiata, ho salutato con la mano quel popolo di creature che ascendeva al cielo come una cordata di santi, sperando che il vento non finisse mai di spingerli in alto.




barbara
lemieparole
00venerdì 4 gennaio 2008 16:02
ma meno male che ogni tanto ti metti pure a scrivere....brava...questo racconto sembra di preparazione a qualche altra cosa.....è un ripartire
apassoleggero
00domenica 6 gennaio 2008 14:22

barbara, sono emozionata da non credere dopo che ho letto questo racconto... é di una bellezza che purifica...

grazie,

Anna


dueanime
00mercoledì 9 gennaio 2008 18:27
scrivo, scrivo...

appena posso mi ammalo di scrittura [SM=g27829]

grazie [SM=g27838] [SM=g27838]
b.
kerianseray
00sabato 2 febbraio 2008 11:48
anche questo [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27838]
IvanCostanzo
00domenica 27 aprile 2008 02:07
Non sapevo che vi fosse anche una sezione per i racconti, questo sito e` fantastico,manca solo il distributore del caffe`, un biliardo ed uno spettacolo di lap dance.Per il resto c`e` tutto.

Molto bello il tuo racconto, emozionanate il momento in cui i fogli dei tuoi scritti volano verso il mare e tu immagini i tuoi personaggi prendere forma.
Ho provato a immedesimarmi in una situazione analoga ed e` stato molto divertente.
Un racconto scritto benissimo, lo scandire dei secondi e tu, che identifichi nella cosa piu` preziosa che hai il tuo quaderno.
All`inizio quando hai introdotto i due stranieri pensavo fossero male intenzionati (ebbene si, anche io sono vittima dei luoghi comuni e della disinformazione), meno male che tutto e` finito bene.
Un abbraccio
Ivan
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