si, gran bell'articolo farabutto83, molto!!
talmente ben fatto che lo posto per intero qui, così che tutti possano leggerlo senza usare il link
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Eccovi, in pillole, i trucchetti retorici che vedrete adoperare quando si parla del disastro nucleare in Giappone. Sappiateli riconoscere e aggiungete nei commenti i trucchetti che conoscete voi! :)
0) Gridare forte e per primi.
La prima cosa da fare e’ trovare un podio. La gente cerca una spiegazione, ha bisogno di un narratore che inquadri il problema e si ferma sotto il primo che trova. Non importa se l’oratore dice cose false (per par condicio ha il diritto di aprir bocca), basta che parli e qualcuno lo ascolterà. Anzi, meglio! Essere smentiti funziona da rinforzo. Se si riesce a dare subito la propria versione dei fatti in modo convincente, sarà poi difficile che il pubblico cambi idea. Per fidelizzare i telespettatori occorre dargli in pasto storie commoventi e personali. Non fategli cambiare canale!
1) Negare l’evidenza.
Si strombazza che l’incidente e’ piccolo, che e’ tutto sotto controllo, che le radiazioni non fanno male, che le esplosioni sono cose normali. Lo hanno fatto i russi per Chernobyl perché “non creare il panico” e’ la migliore scusa per prendere tempo e nascondere quel che si può. Certo, i simpaticoni del nostro Forum Nucleare sarebbero più credibili se invece di andare in TV a dire che il nucleare e’ sicuro andassero a Fukushima, senza tuta. Facciamo una colletta per pagare loro il viaggio di istruzione?
2) Isolare i contaminati.
Se le autorità locali ammettono che il guaio e’ grosso, allora bisogna rassicurare il grande pubblico che il danno e’ limitato e circoscritto. Specie all’inizio, quando i contaminati sono in ospedale, gli altri evacuati e mancano i collegamenti, la cosa e’ fattibile. Quando poi l’attenzione del pubblico cala, allora si possono ripristinare i collegamenti telefonici e permettere alle tv di andare sul posto, magari con giornalisti embedded.
3) Rassicurare gli spettatori.
La rassicurazione va fatta in tutti i contesti simili, come sta succedendo da noi in Italia, sostenendo che un evento simile non potrebbe ripetersi, che le condizioni sono diverse, che noi sappiamo fare le cose meglio di loro. L’importante e’ sottolineare la distanza tra noi e loro, sia geografica sia tecnologica.
Dire che potremmo battere i giapponesi in tecnologia e’ difficile, quindi meglio evidenziare che ad esplodere sono le loro centrali vecchie, non le nostre nuove. (Tanto chi ci guadagna oggi non sarà qui quando anche le nostre centrali invecchieranno. I problemi che avremo noi giovani tra 40 anni non riguardano i 60enni di oggi.)
4) Trovare un capro espiatorio.
Quando l’evidenza e’ innegabile e il danno conclamato, occorre trovare un nuovo cattivo su cui puntare i riflettori. Ci fosse un errore umano da tirare in ballo, anche solo come ipotesi, sarebbe perfetto, ma un terremoto non te lo permette. Resta allora un’ultima cosa da fare per acquistare consenso:
5) Farsi passare per vittime.
Il miglior travestimento del lupo e’ la lana di un agnello. Non e’ un caso che alcune testate abbiano dato degli “sciacalli” a chi scrive contro il nucleare: descrivere gli altri come cattivi serve a dipingere se stessi come innocenti vittime di una macchinazione diabolica. I nuclearisti sono ora “vittime” di una campagna contro di loro. Spiacente, non credo che il trucchetto funzionerà facilmente: oggi la gente ha degli esempi concreti sotto gli occhi di cosa significhi “rischio nucleare”.
6) Dimenticavo, non perdete l’occasione di inventare un business sulla tragedia.
Il TG1 sta sfruttando il disastro per raccogliere le e-mail dei telespettatori con la scusa “vi teniamo aggiornati con la nostra newsletter”. Cliccate su acconsento e acconsentirete a ricevere informazioni commerciali o l’invio di messaggi promozionali, altro che aggiornamenti sul Giappone nuclearizzato!