PAOLO ZANARDI

ezechiele,lupo3
00venerdì 10 dicembre 2010 18:15





Viaggiare lungo un filo di cotone
bianco come l'estate
che congiunge pensiero per pensiero
in un'autostrada lucidata a specchio dal mattino
Venezia Trieste Dubrovnik
ed il mosaico dell'Egeo


la cui mano di vento si protende
nell'alchimia delle cucine
e tintinna il linguaggio dei cristalli
e dei loro arcobaleni sul soffitto.


Stare in equilibrio
l'equilibrio dello stare
e scattare foto dall'alto alle scie
dei barconi a gasolio
dove a volte un certo istante
sfugge al corso del tempo:


sarà qualche malinconica audacia
o la severità paterna d'un mare scontroso
a farci sentire più grandi
più puliti
più sinceri.




Paolo Zanardi è un poeta di Parma


gasparastampami
00venerdì 17 dicembre 2010 18:49
La cosa che mi ha colpita di più è
la severità paterna d'un mare scontroso ,
è bello che ogni tanto il mare non sia solo un simbolo del femminile, è un'idea che mi incuriosisce.
grazie
susy
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