Libri al femminile

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(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:03
Una perfetta coppia di stronzi. Perché la bastardaggine aiuta l'amore


Se amate qualcuno, dovete ammettere che non è né un dio in terra né un supereroe. Se amate qualcuno, dovete ammettere che come tutti noi poveri diavoli, ha tanti pregi ma tanti difetti. Se amate qualcuno, dovete riconoscere, prima o poi, che è un vero stronzo. Quindi, smettete di censurare quelle parti del "film" che fino ad oggi non avete voluto vedere: un vero rapporto di coppia non è destinato a durare sulle basi dell'altruismo. Il mito dell'altro scompare molto presto, e ci accorgiamo che, per non far scoppiare una guerra, a tenere in vita un amore ci pensano le strategie della guerriglia. Non c'è bisogno di trasformarsi in "odioamanti", come alcuni dei casi umani descritti in questo libro: una sana e ben calibrata distanza dall'avversario è molto meglio della retorica mielosa del volersi bene (e farsi male). Gli stronzi raramente sono single: vanno a multipli di due. Ma questo non è un dramma, anzi, capirete presto che la bastardaggine aiuta l'amore. Anche il vostro.
(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:06
Il metodo Puffetta. Come fare la scema del villaggio senza rischiare di diventarlo

Recensione "rubata" in un blog

Il metodo Puffetta ovvero come fare la scema del villaggio senza rischiare di diventarlo, pubblicato dalla AlibertiCastelvecchi, è il libro più divertente che ho letto nelle ultime settimane. Lo ha scritto Silvia Pingitore, classe 1984, e racconta la vera storia della puffa bionda: quando è apparsa la prima volta, quali crisi ha generato nel papà dei puffi, Peyo e nel villaggio, quali stereotipi femminili ripropone e cosa ha da insegnarci.

Quando ho cominciato a leggere questo libro pensavo fosse solo un’ innocua e divertente dissertazione sul ruolo della velina nel mondo moderno. Tutta la prima parte del libro, però, mi ha fatto conoscere in modo originale e esilarante la vera storia dei Puffi: chi li ideò, quando ebbero per la prima volta una storia tutta loro, perché all’improvviso si sentì il bisogno di una Puffetta portatrice di rivalità e guai di ogni genere.

Personalmente non ho mai amato i Puffi, ma la descrizione che ne fa la Pingitore mi fa venire voglia di andare a leggermi le tavole originali anche solo per rispondere ad interrogativi inquietanti come: il villaggio puffoso era in realtà una sorta di comunità gay protetta? La Puffetta dei cartoni era una scialba versione politicamente corretta dell’originale, tremenda, antipatica e invisa alle femministe di tutto il mondo?

(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:07
Alla prima parte del libro, ricchissima di aneddoti divertenti ed excursus nelle pagine web e nelle folli domande dei forum, segue una seconda dedicata a come diventare puffette o meglio a scoprire la puffetta che giace in noi da tempo immemorabile a causa delle scriteriate scelte educative delle nostre madri. In appendice, se proprio volete, qualche consiglio su come eliminare la nostra parte puffa in vista di una vita più autentica e felice.

La Pingitore punteggia tutte le informazioni, i richiami storici, le annotazioni di costume, con una spietata ironia. Essendo cresciuta in un mondo in cui la cultura e l’arricchimento personale dovevano essere strettamente accompagnati da un linguaggio serioso e da pesanti mal di testa, non posso che amare questo nuova modalità di scrittura. Le informazioni passano in modo piacevole e divertente, stimolano la curiosità e spingono all’approfondimento.

Un libro da regalare agli amici appassionati dei Puffi, alle amiche che si credono Puffetta, al cugino che somiglia a Gargamella e via dicendo.
(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:10
E ora, la citazione:

E’ inutile negarlo. C’è un mucchio di gente che ancora si domanda se i Puffi fossero allegramente dell’altra sponda o se Puffetta fosse la loro meretrice e si facesse pagare per soddisfare tutti quanti.


[…] in linea generale, una donna Puffetta ha quasi sempre avuto una madre della stessa risma. A causa dell’emulazione di genere tipica dell’età infantile, soltanto una madre può inculcare certe assurdità nella testa della figlia, senza che il padre possa intervenire in alcun modo. Per una volta i maschi non c’entrano niente, e non cercate di affibbiargli nuove colpe: gli uomini sono il fine ultime non la causa. E visto come si conciano ultimamente, è chiaro che di problemi ne hanno già abbastanza
(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:15
La maledizione della brava ragazza


Avete mai l’impressione di non riuscire a ‘emergere’ nei contesti che vivete ogni giorno? Di essere apprezzate perchè sapete esattamente cosa dire e a chi dirlo, avendo però nel frattempo messo a tacere una parte - meno ‘gradevole’- di voi?

Tranquille, probabilmente siete semplicemente delle ‘brave ragazze’ che iniziano a sentirsi troppo strette nei propri ‘raggianti sorrisi’.

Secondo Rachel Simmons, infatti, essere una ‘brava ragazza’ può diventare la rovina di molte. Ma non per motivi superficiali (non si tratta di non ’sapersi divertire’ abbastanza o di non avere successo con i ragazzi, ad esempio), piuttosto dal punto di vista emotivo e della qualità dei rapporti con gli altri.

(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:17
“Non c’è niente di sbagliato nell’essere una persona gentile – spiega l’autrice – ma le ragazze devono avere gli strumenti per dire di no, per chiedere ciò di cui hanno bisogno e per dire quello che pensano”.

Mi sono divertita a leggere i concetti collegati allo stereotipo della brava ragazza e di quella cattiva, ovvero da una parte: corretta, educata, entusiasta, segue le regole, non si arrabbia, rispettosa, fidanzata (?!) fa tutto bene. Dall’altra: capelli tinti, insolente, braccialetti di gomma, al centro dell’attenzione, parla a voce alta, dice quello che pensa (!).

La pressione del giudizio degli altri è evidente da quello che spiegano alcune ragazze nel libro. “Ogni volta che litigo con qualcuno – dice una ragazza delle medie – per me è come se litigassi con venti persone insieme…se sei str…con un’altra ragazza o la ferisci in quache modo, la cosa arriva alle tue amiche e allora finisce che ti dicono: “Perchè hai fatto la str…”

Quindi si sceglie di improntare i rapporti su ’supposizioni’, preferendo evitare domande dirette o richieste di chiarimento sui comportamenti degli altri.

(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:19
“Le supposizioni sono manovre da brava ragazza, che forniscono un modo per evitare difficili domande che potrebbero portare al conflitto. In pratica sono sintomo di passività al’interno di una relazione, e impediscono alle ragazze di elaborare le relazioni”.

Da qui nasce un’altra conseguenza interessante: “La convinzione che una vera amica debba essere capace di leggere nel pensiero, profondamente radicata nelle aspettative che le ragazze hanno nei confronti di una relazione”.

E invece “lanciare segnali è un gesto da brava ragazza che privilegia la ‘gentilezza’ a discapito di una piena espressione di sé. Permette alle ragazze di evitare di fare propri i pensieri e i sentimenti più difficili”.

Cosa vogliamo poi controbattere all’idea che “è tipico delle ragazze esagerare con le scuse, abusando spesso del ‘mi dispiace’ come strumento da brava ragazza per evitare conflitti o salvare una reputazione?”

Tutto nasce dall’idea che ’se faccio uno sbaglio, deludo per forza qualcuno e…smetterò di piacergli”.

(SissiM)
00sabato 9 ottobre 2010 22:21
Il libro vede la ‘maledizione’ radicata soprattutto nella delicata età della preadolescenza (le ragazze che raccontano le proprie esperienze frequentano le nostre ‘medie’) ma è interessante anche per le più grandicelle interrogarsi sugli involontari ’strascichi’ di questo modello che probabilmente ci si porta dietro anche in età avanzata.


Simmons, con pragmatismo anglosassone, spiega quindi qualche bel rimediuccio . ‘diventare la migliore amica di se stessa’, ad esempio, e si concentra su cosa possano fare le madri per le proprie figlie. “Rimediucci” da ripetersi quando eventualmente ci si ritrovi con la paura – metaforicamente – di alzare la mano e di dire la propria davanti agli altri.
carlos.spencer
00domenica 10 ottobre 2010 18:24
Posso segnalare un'autrice anch'io? Si chiama Laura Campiglio, e finora ha scritto due libri. "Invece Linda" e "Chi dà il nome agli uragani." Pubblica con Dario Flaccovio e merita veramente.
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