Il buon nome e la civiltà

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Evil Lady Nanto
00lunedì 31 agosto 2009 17:32
Qualche tempo fa, in occasione della campagna elettorale che a Bari vedeva contrapposti Emiliano e diCagnoaBrescia (con la terza forza di Russo Frattasi) mi capità di entrare in un comitato elettorale per l'IDV e di conoscere una ragazza che faceva la campagna, appunto, per la riconferma di Emiliano.
Parlammo e il discorso scivolò sulla pedofilia e lei mi raccontò una cosa che mi sgomentò.
In un comune del tarantino (mi pare eh, ora non ricordo) un ragazzo era stato stuprato da un prete.
E la famiglia? Beh, aveva preferito nascondere ogni cosa per soffocare uno scandalo (AIUTO!) e perché era la Chiesa e non dovevano mettersi contro.
Insomma, un grave esempio di decadenza morale.
Cioè, mi fece male perché mi fece capire una cosa: noi ci lamentiamo che lo stato non ci aiuti, ma come possiamo pretendere un aiuto se i genitori preferiscono anteporre il buon nome della famiglia alla punizione di chi ha fatto del male ai propri figli? Questa è civiltà e a me pare che nessuno qui la riesca ad imparare.
Al documentario di annozero sui preti pedofili vidi invece una nonna brasiliana molto povera che credette alle parole del suo nipotino, stuprato da un prete.
Come è possibile che in Italia non sia fatta la stessa cosa, visto che si presume che il nostro paese sia un poco più civile?
Civile, bah. Troppo alto questo titolo è per un paese come il nostro.
Paperetta@
00lunedì 31 agosto 2009 20:50
Allora... è una questione decisamente seria.
Ovviamente sono d'accordo sul fatto che non si possa sorvolare così sull'accaduto, come se niente fosse; in questo modo il prete rimane libero di rifare ciò che ha fatto e così ad altri ragazzi e bambini probabilmente toccherà la stessa sorte. Dunque, qualcosa andava fatta.
Il problema, secondo me, sorge qui: come denunciare la cosa, come far arrestare quel pedofilo senza però alzare un tremendo polverone? Perchè la cosa andrebbe fatta, ma bisognerebbe trovare anche un modo di tutelarsi.
A mio parere non si tratta solo di "buon nome"; non so come sia andata di preciso questa storia, ma non è detto che i genitori l'abbiano fatto solo per questo. Quando accadono cose di questo genere si diventa il centro dell'attenzione di tutti, con giornalisti, curiosi, rompiscatole di ogni genere che non ti lasciano vivere in pace, che ti stressano anche sotto casa tua con domande idiote ed inopportune (basta seguire un pochino la tv per capire come vanno certe cose): non ho dubbi che questo possa far impazzire le persone, non solo la vittima ma anche i familiari. Oltre a questo, ma ne è anche una conseguenza, la storia, finendo sulla bocca di tutti e diventando pubblica, ovviamente metterebbe in forte crisi il ragazzo (pensate se tutti, a scuola e in città, sapessero se vi fosse successa una cosa del genere, soprattutto se per mano di un prete: lo shock sarebbe ancora peggiore!); ricominciare a vivere sarebbe molto più difficile, se non quasi impossibile, a meno che non ci si allontani parecchio dalla città.
Insomma, non credo che quella dei genitori sia stata una scelta così semplice e dettata solo dall'egoismo.
Certo, come ho detto prima concordo sul fatto che quel prete andasse denunciato (anche se, come al solito, sarebbe uscito subito per qualche motivo...); però, al contempo, si sarebbe dovuto fare in modo che la vicenda passasse sostanzialmente inosservata, in modo da non peggiorare ulteriormente la situazione del ragazzo: cosa che, oggi, è probabilmente impossibile...
Jack8321
00lunedì 31 agosto 2009 21:47
Come denunciare la cosa? Si va dai carabinieri e si denuncia il fatto.
Se arrivano i giornalisti a rompere si dice che non vogliono parlare, specie se la vittima è minorenne.
Certi fatti bisogna fare in modo che rimangano all'interno dei diretti interessati, in questo caso sarebbero stati la vittima, gli inquirenti, la curia e il sospettato.
Il buon nome è scusa idiota per non denunciare una cosa schifosa, per dire poco, come lo stupro di un ragazzino.
Uno scandalo?! Lo scandalo e non denunciare certe bestie, perchè tali sono, che impestano la chiesa e non solo.
Perchè certe bestie rovinano non solo il buon nome di una famiglia, ma anche il nome di tutte quelle "attività", quindi non solo la chiesa, che impestano: palestre, scuole, etc.
=Kobe90=
00martedì 1 settembre 2009 00:54

Insomma, non credo che quella dei genitori sia stata una scelta così semplice e dettata solo dall'egoismo.
Certo, come ho detto prima concordo sul fatto che quel prete andasse denunciato (anche se, come al solito, sarebbe uscito subito per qualche motivo...); però, al contempo, si sarebbe dovuto fare in modo che la vicenda passasse sostanzialmente inosservata, in modo da non peggiorare ulteriormente la situazione del ragazzo: cosa che, oggi, è probabilmente impossibile...


Spero vivamente che tu sia scherzando. Qualunque genitore che abbia il diritto e l' onere di definirsi tale non solo avrebbe denunciato l' accaduto, ma avrebbe anche provato una sana voglia di massacrare il colpevole.
Ora non entro nella questione etica del perdono o della pena di morte (che aborro), ma davvero, è un sentimento che sorge naturale, quello di provare rabbia e disgusto contro chi fa del male ad una persona a noi cara, figuriamoci poi se capita ad un figlio, figuriamoci se è un reato sessuale, e, perdipiù, ai danni di un bambino. E per quanto riguarda la presunta notorietà indesiderata che potrebbe avvolgere la famiglia, ci sono misure di tutela contro le donne stuprate, figuriamoci contro un minore. Se leggi una notizia del genere su qualunque giornale, noterai che il nome della piccola vittima è sempre abbreviato o di fantasia. Certo testimoniare o rivivere quei momenti potrebbe essere doloroso, ma sarebbe nulla in confronto di tacere e di vivere con un dolore simile per tutta la vita. Su un programma dedicato a Crimen Sollecitationis, uno dei ragazzi che ha avuto il coraggio di denunciare solo da adulto ha vissuto una vita miserevole, tra depressione e sensi di colpa, vedendo poi che il colpevole che veniva solo trasferito.
I genitori del ragazzo non sono stati egoisti, sono dei mostri.
Hanno sacrificato la vita del loro figlio, la loro umanità e il loro senso di giustizia sull'altare della rispettabilità e dell' ossequio alla Chiesa.
E' anche grazie a gente come loro se i vari scandali sessuali che coinvolgono preti sono stati insabbiati o sono scoppiati con anni di ritardo, oltre che la politica adottata dalla Santa Madre Chiesa, che opera, citando le parole del Governatore dell' Oklahoma Frank Keating,cattolico e repubblicano convinto, a "non obbedire ai mandati di comparizione dei Gran Jury, sopprimere i nomi dei preti accusati, negare, confondere, non spiegare, è il modello di un'organizzazione malavitosa, non della mia Chiesa", per non tirare poi fuori la questione dei vari preti sentenziati colpevoli e trasferiti in Italia per salvar loro il sedere.
Comunque, tornando al discorso di Evil Lady Nanto, non credo che si possa giudicare il grado di civiltà di un paese se dal fatto che un genitore decida di insabbiare una vicenda di pedofilia. Di persone del genere, prigioniere della loro mentalità piccolo borghese o delle loro ossessioni religiose che vedono con orrore qualunque scandalo, qualunque perdita del decoro,tanto da tacere, ne esistono dappertutto. Non si può estendere un giudizio su di un comportamento del genere, operato da un singolo, su tutta una categoria, specie se non si hanno dati alla mano. Questa è una triste vicenda che non ha niente a che fare con il decadimento morale,anzi. Anni fa, quando di morale ce ne era fin troppa, episodi del genere si verificavano più spesso, vuoi perchè c'era molta più bigotteria, vuoi perchè la fede ed il rispetto verso la figura del prete salvatore di anime era molto più diffusa.
Resta comunque il fatto che sono disgustata, e che non ci metterei solo il pedofilo, in cella.
Paperetta@
00martedì 1 settembre 2009 09:58

Qualunque genitore che abbia il diritto e l' onere di definirsi tale non solo avrebbe denunciato l' accaduto, ma avrebbe anche provato una sana voglia di massacrare il colpevole.
Ora non entro nella questione etica del perdono o della pena di morte (che aborro), ma davvero, è un sentimento che sorge naturale, quello di provare rabbia e disgusto contro chi fa del male ad una persona a noi cara, figuriamoci poi se capita ad un figlio, figuriamoci se è un reato sessuale, e, perdipiù, ai danni di un bambino.



Ma su questo (e tutto il resto) concordo pienamente: non ho mai detto che la vicenda dovrebbe essere insabbiata e il prete lasciato in libertà! Solo che bisognerebbe andarci piano. Se il ragazzo viene seriamente tutelato, allora questo problema che ho detto non si pone (e anche se ci fosse, è una cosa che deve essere fatta). Certo, dovrebbe testimoniare e affrontare tutta la vicenda, ma di certo alla fine si rivelerebbe peggio non farlo, come nell'episodio che hai citato.
Ripeto: sono d'accordo. Non vorrei essere fraintesa; quello che ho detto sui genitori significa solo che non riesco a credere che l'abbiano fatto solo per egoismo, solo perchè avranno pensato "meglio se non diciamo niente, altrimenti pensate cosa direbbe la gente di noi": non ci voglio credere perchè sarebbe troppo. Anche perchè ho già detto che quell'"uomo" deve essere punito.


Di persone del genere, prigioniere della loro mentalità piccolo borghese o delle loro ossessioni religiose che vedono con orrore qualunque scandalo, qualunque perdita del decoro,tanto da tacere, ne esistono dappertutto. Non si può estendere un giudizio su di un comportamento del genere, operato da un singolo, su tutta una categoria, specie se non si hanno dati alla mano.



Concordo anche con questo. Solo perchè due persone si sono comportate in questo modo non significa che si debba accusare dello stesso tutta la popolazione.
Verelia
00domenica 10 gennaio 2010 10:30
Certamente il fatto andrebbe denunciato, per ovvi motivi logici come impedire che ciò si ripeta e mostrare anche alla vittima con più chiarezza che tutto l'accaduto è sbagliato ed è colpa unicamente del prete.
Però d'altra parte una situazione del genere parlarne è una cosa, viverla è tutt'altra. Per i genitori di un bambino abusato non deve essere facile, è una cosa difficile da gestire perché non si sa bene come comportarsi, capire cosa fare per cercare di aiutare il proprio figlio a superare la cosa. Ed è questa la priorità di un genitore, prima ancora della vendetta: i benessere del figlio.
E se il bambino supplicasse i genitori di non dire nulla? Cosa probabilissima... E se loro, essendo probabilmente una famiglia molto cattolica, chiedessero consiglio magari ad un altro prete, il quale naturalmente ha l'ordine di fare il possibile per convincerli a non denunciare?
Da una parte un consigliere che ti fomenta il timore di sollevare un polverone che danneggerebbe ulteriormente l'equilibrio di tuo figlio, dall'altra parte tuo figlio stesso che chiede di chiudere tutto senza fare nulla: e capire quale è la cosa giusta è sempre più difficile.
=Kobe90=
00lunedì 11 gennaio 2010 20:26
Re:
Verelia, 10/01/2010 10.30:

Certamente il fatto andrebbe denunciato, per ovvi motivi logici come impedire che ciò si ripeta e mostrare anche alla vittima con più chiarezza che tutto l'accaduto è sbagliato ed è colpa unicamente del prete.
Però d'altra parte una situazione del genere parlarne è una cosa, viverla è tutt'altra. Per i genitori di un bambino abusato non deve essere facile, è una cosa difficile da gestire perché non si sa bene come comportarsi, capire cosa fare per cercare di aiutare il proprio figlio a superare la cosa. Ed è questa la priorità di un genitore, prima ancora della vendetta: i benessere del figlio.
E se il bambino supplicasse i genitori di non dire nulla? Cosa probabilissima... E se loro, essendo probabilmente una famiglia molto cattolica, chiedessero consiglio magari ad un altro prete, il quale naturalmente ha l'ordine di fare il possibile per convincerli a non denunciare?
Da una parte un consigliere che ti fomenta il timore di sollevare un polverone che danneggerebbe ulteriormente l'equilibrio di tuo figlio, dall'altra parte tuo figlio stesso che chiede di chiudere tutto senza fare nulla: e capire quale è la cosa giusta è sempre più difficile.


Continuo a dissentire, e anche di molto. In nome della tranquillità familiare e dell' ossequio alla chiesa non si può alzare gli occhi e fingere di non vedere. Le persone stuprate spesso non vogliono denunciare per paura ma vanno aiutate e va fatto loro capire che parlando impediranno molto probabilmente nuove violenze. I genitori, come ho già detto, contribuendo a diffondere il silenzio nei confronti di questi casi hanno lasciato un pedofilo a piede libero (e la cosa, seguendo la politica di Santa Madre Chiesa, verrà scuramente insabbiata e il prete trasferito, risultando in nuovi atti in altre località) e hanno rinunciato alla voglia di giustizia in nome di cosa?
Io non li capisco e soprattutto non li giustifico. Dire che non si può comprendere appieno la vicenda in quanto non si è vissuto in determinate situazioni è una scappatoia un po' traballante: è logico che non posso capire tutte le sfaccettature di questa situazione, così come non posso capire cosa voglia dire stare in una zona di guerra o cosa spinge qualcuno a commettere un assassinio. Questo non vuol dire che possa ammettere o giustificare atti criminali o che incoraggino altre violenze.
Verelia
00martedì 12 gennaio 2010 17:47
Certamente. Io non ho detto che sia stato giusto il loro comportamento e se capitasse alla mia famiglia mi batterei con le unghie e con i denti per far condannare il prete... dico solo che non deve essere facile, che probabilmente credevano di fare la cosa migliore per il figlio, e se pur penso sia un errore da non commettere credo che non sia giusto essere eccessivamente severi con loro, infondo sono le vittime di un qualcosa di enormemente sconvolgente e se trovo uno sbaglio la loro reazione è comunque una mancanza comprensibile, non certo apprezzabile ma neanche tale da farne dei genitori incapaci e degeneri.
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