IL PRINCIPIO DI DON BOSCO

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INES TABUSSO
00domenica 25 giugno 2006 00:30
"Se c'è un principio di Don Bosco che ho imparato, è questo: bisogna andare
d'accordo con tutti. E alla fine, come vedete, succede che Bossi strizza
l'occhio a Formigoni e Formigoni strizza l'occhio a Bossi. La pazienza è
un'arte, e ogni persona va presa per il verso giusto".
(Silvio Berlusconi, in visita all'istituto Salesiano Sant'Ambrogio di Milano,
La Repubblica, 22 gennaio 2005)


"Un gruppo di franchi tiratori trasversale ai partiti della Cdl, ma annidati soprattutto tra le file di Forza Italia, ha mandato in fumo tre scrutini. A quel punto, Berlusconi ha riunito tutti i consiglieri di maggioranza invitandoli a «dare un segnale di responsabilità nei confronti della città che ci sta guardando» e a «dirmi personalmente che problemi ci sono». Più tranchant il sindaco Letizia Moratti: «Se non si chiude entro stasera mi dimetto. E non sto scherzando». Prima di chiudere, la Moratti ha dovuto anche sorbirsi lo spettacolo dell’assessore Vittorio Sgarbi che ha inveito contro un consigliere di Forza Italia, contestandogli alcune dichiarazioni rilasciate al Corriere : «Sei un caprone, una nullità»".
(Cronaca della prima seduta del Consiglio Comunale a Palazzo Marino, Corriere della Sera, Milano, 24 giugno 2006)




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LA REPUBBLICA
22 gennaio 2005
Il premier visita l'istituto milanese che frequentò da studente
Tra ricordi, canzoni e soddisfazione per la rinuncia di Formigoni
Berlusconi torna dai Salesiani
e si rallegra: "Cdl unita al voto"


MILANO - "Che belle emozioni...". Per un giorno Silvio Berlusconi torna liceale e ha riassume così il senso della sua visita all'istituto Salesiano Sant'Ambrogio di Milano. Giornata di ricordi per il premier, tutta o quasi dedicata all'istituto dove, da studente, trascorse gli anni delle medie e del liceo. E anche giornata di commenti politici: "La Casa delle Libertà va al voto unita - sottolinea - e in Lombardia si riconosce nel candidato alla presidenza Roberto Formigoni". Insomma, è "andato tutto bene, come io avevo annunciato già 10 giorni fa: con il buon senso, con la ragionevolezza e tanta buona volontà".

Ma facciamo un passo indietro. Al premier i ragazzi riservano un'accoglienza da stadio: Berlusconi fa una sorta di giro d'onore per il cortile, concede autografi, fotografie di gruppo e strette di mano. E non nasconde la sua soddisfazione per l'epilogo del caso Formigoni, col governatore che ieri ha rinunciato a una lista col suo nome.

Ma il Cavaliere dice di non aver mai avuto dubbi, sul fatto che la vicenda si sarebbe chiusa bene. Perchè lui, spiega, segue un principio di Don Bosco, imparato appunto ai salesiani e al quale si rifà sempre: "Se c'è un principio di Don Bosco che ho imparato, è questo: bisogna andare d'accordo con tutti. E alla fine, come vedete, succede che Bossi strizza l'occhio a Formigoni e Formigoni strizza l'occhio a Bossi". Se ciò avviene, lascia intendere il premier parlando con insegnanti e studenti dell'istituto, è perchè, come insegna don Bosco, "la pazienza è un'arte, e ogni persona va presa per il verso giusto".

Per il resto, il presidente del Consiglio, che già un paio di anni fa aveva voluto portare il suo personale saluto ai salesiani, invita i ragazzi ad approfittare del Servizio civile: "Datemi retta, è una esperienza che vi arricchisce".

E poi c'è il tuffo nei ricordi. "Ho rivisto don Tarcisio Strapazzon, e il nome dice tutto - dichiara il Cavaliere - era il nostro professore di latino. Uno ostico, ci strapazzava sempre. Mi ha emozionato rivederlo oggi, ora è una persona dolcissima". Quindi via ai tanti episodi rimasti nella memoria dai suoi anni di studente. Come quelli legati a don Biagini, carducciano appassionato. "Ricordati!, ci diceva sempre quando si arrabbiava, tu vali meno dell'ombra di un pelo della barba del Carducci". E via con le battute, aneddoti, le rimembranze.

E non manca nemmeno la parentesi musicali, con Berlusconi che canta davanti a tutti "O mia bella Madunina". Mentre il ministro Carlo Giovanardi, ex salesiano anche lui, non vuol essere da meno, e canta "Romagna mia". Poi, tutti insieme, l'inno di don Bosco: "Giù dai colli".





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CORRIERE DELLA SERA
24 giugno 2006
PALAZZO MARINO
Silvio debutta a Milano e ferma i franchi tiratori «Dialogo con l’Unione»

MILANO - Si parte con Silvio Berlusconi, in qualità di consigliere più votato, che auspica il dialogo con l’opposizione e con il sindaco Letizia Moratti che minaccia le dimissioni davanti al centrodestra incapace di garantire i voti per eleggere il presidente del consiglio comunale. Prima seduta al fulmicotone, ieri sera a palazzo Marino. Comincia Berlusconi, che spiazza il centrosinistra: «Bisogna sempre tenere conto dell’opposizione che in questa città rappresenta il 48 per cento degli elettori e bisogna seguire la strada del dialogo che è sempre segno di maturità democratica». I consiglieri dell’Unione, basiti, applaudono compatti l’intervento «equilibrato, istituzionale e di grande professionalità» dell’ex premier, invitato da Bruno Ferrante, leader dell’opposizione, a restare in aula. Soddisfatta Letizia Moratti, che per prima ha inaugurato la strada del dialogo con il centrosinistra, è però arrivato il colpo di scena. Berlusconi, che ha presieduto i lavori come consigliere più votato (53 mila preferenze), ha dovuto fare i conti con la sua maggioranza sfilacciata che, incitata prima dell’inizio della seduta a «dare il massimo perché la riscossa del centrodestra parte da Milano», non è stata in grado di garantire i numeri necessari per l’elezione del presidente dell’aula.
Un gruppo di franchi tiratori trasversale ai partiti della Cdl, ma annidati soprattutto tra le file di Forza Italia, ha mandato in fumo tre scrutini. A quel punto, Berlusconi ha riunito tutti i consiglieri di maggioranza invitandoli a «dare un segnale di responsabilità nei confronti della città che ci sta guardando» e a «dirmi personalmente che problemi ci sono». Più tranchant il sindaco Letizia Moratti: «Se non si chiude entro stasera mi dimetto. E non sto scherzando».
Alla fine, dopo lunghe trattative condotte personalmente dall’ex premier, si è trovata una quadra e dall’urna sono usciti i 34 voti necessari per eleggere l’azzurro Manfredi Palmeri. Prima di chiudere, la Moratti ha dovuto anche sorbirsi lo spettacolo dell’assessore Vittorio Sgarbi che ha inveito contro un consigliere di Forza Italia, contestandogli alcune dichiarazioni rilasciate al Corriere : «Sei un caprone, una nullità». Milano, Italia.



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