INES TABUSSO
00sabato 7 gennaio 2006 19:20
Silvio Berlusconi, Roma, 4 gen. - (Adnkronos):
"Penso che gli elettori della sinistra saranno delusi. Evidentemente, chi ha sempre guardato a quella classe politica della sinistra come qualcosa di diverso rispetto al resto della politica, restera' fortemente deluso. Non sara' cosi' invece per quanto riguarda i nostri elettori, quelli della Cdl".
IL PERCHE' LO SPIEGA FEDERICO ORLANDO:
EUROPA
6 gennaio 2006
Questione morale, perché gli elettori di destra tacciono?
FEDERICO ORLANDO RISPONDE
Cara Europa, ho letto che l’Unità ha pubblicato, negli ultimi giorni, intere pagine di lettori che chiedono alla direzione di mantenere la linea dell’intransigenza sulla cosiddetta “questione morale”. Se capisco bene, c’è un elettorato a sinistra che è disposto a mettere in discussione anche i suoi capi pur di salvaguardare una linea politica che avrà avuto le sue pecche e i suoi errori, ma non ha confuso tra cosa pubblica e interessi privati. Come mai a destra non si è mai verificato un fenomeno del genere? LUCA D’ANTONIO, AVEZZANO
Caro D’Antonio, lei non è il primo, fra i nostri lettori, che coglie questa differenza fra i due elettorati: quello di destra, e in particolare di Forza Italia, che non ha mai preso le distanze dalla politica ad personam del suo leader; e l’elettorato del centrosinistra (nel caso specifico dei Ds) che sta protestando per le presunte contiguità o i silenzi o le non tempestive dissociazioni dalle speculazioni di Consorte (ammesso che l’Unipol, società quotata in borsa, non abbia il diritto di “scalare” una banca). Debbo ricordarle che l’elettorato di sinistra viene da una lunga battaglia di opposizione, e chi sta all’opposizione contrappone sempre la propria trasparenza ai sospetti che la lunga gestione del potere ingenera quasi naturalmente. C’è poi un fatto sociologico, altrettanto noto, a segnare la differenza tra chi vota per un blocco conservatore e chi per un blocco che si presenta come riformatore.
Lei ricorda la storia delle “partite Iva”, delle evasioni o elusioni fiscali, dei facili arricchimenti? Senza generalizzazioni che sarebbero ridicole e ingiuste, dobbiamo purtroppo rilevare che una parte degli elettori berlusconiani si trovano in questa fascia “sociologica”. Se il loro leader fa leggi ad personam, se giustifica l’evasione, se abolisce reati di cui egli stesso è accusato, e ciò nonostante non provoca la reazione di molti suoi elettori, è perché evidentemente una parte di costoro si riconoscono in quella politica. Lei mi chiederà: e l’altra parte? L’altra parte, come s’è visto di elezione in elezione, si è semplicemente ritirata dalla competizione, ha ingrossato il partito dei non-votanti, ha cercato talvolta altre forze di destra, meno compromesse e compromettenti. Ci sono due problemi. Il primo, più modesto anche se più urgente, è impedire che nasca a sinistra un analogo disamoramento per la politica: se vi fosse, si aprirebbe una gara del gambero con la destra, che rischierebbe di ridare la vittoria a Berlusconi (uno che, sulla questione morale, «dovrebbe nascondere la faccia sotto la terra», avrebbe detto mia madre maestra, e invece si permette di parlare per dare lezioni). Il secondo problema, più di fondo, è come correggere questo limite storico della borghesia italiana, cioè la sua abitudine a privatizzare lo Stato e la cosa pubblica. La mia speranza è che un centrosinistra vittorioso alle elezioni riesca ad aprire un dialogo fra forze sociali e culturali tuttora poco propense a confrontarsi su un programma di governo, e che da tale dialogo e confronto possa crescere nella nostra borghesia quel senso di responsabilità sociale che è proprio delle borghesie nate dalle rivoluzioni moderne.
Come in Francia, per citare l’esempio più ricorrente.