“Quello che Newman dice a proposito della coscienza e della sua relazione con l’insegnamento della Chiesa è ancora rilevante”. Lo ha detto Ian Ker, della facoltà di teologia di Oxford, intervenendo oggi al Convegno internazionale sul card. Newman in corso (fino a domani) all’Università Cattolica di Milano. La “teologia della coscienza” elaborata dal card. Newman, e “la sua relazione all’autorità magisteriale della Chiesa” – ha proseguito il relatore – ribadisce la sovranità, ma non l’autonomia, della coscienza individuale”. Nel pensiero di Newman, infatti, “la coscienza è sovrana solo perché è il ‘vicario’ di Dio, il suo sostituto o delegato, ma non è autonoma perché non è una divinità ma è al servizio di Dio. La coscienza è il portavoce non della personalità individuale o del temperamento, ma di Dio”. Poiché, ha precisato il teologo a proposito del concetto di obbedienza alla Chiesa e al magistero papale in Newman, “un cattolico crede che Dio parli attraverso la Chiesa, la coscienza cattolica ascolta la voce di Dio negli insegnamenti della Chiesa”. Se questi ultimi, poi, “siano affermativi o positivi, la coscienza deve giudicarli nella loro applicabilità nel caso particolare”. “Sia positivi, sia negativi – ha puntualizzato il relatore – tali insegnamenti richiedono una attenta valutazione e interpretazione teologica, in accordo con le norme teologiche e la tradizione della Chiesa”.