COFFERATI: LA LEGALITA' E' UNA BATTAGLIA PROGRESSISTA

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INES TABUSSO
00venerdì 14 ottobre 2005 20:21
LA REPUBBLICA
14 ottobre 2005
"Chi mi insulta sui lavavetri aiuta la destra e i reazionari"
Cofferati: la legalità è una battaglia progressista
Senza legalità, senza il rispetto delle regole, il prezzo lo pagano i più deboli.
Gli irregolari ai semafori, i rapporti con alleati e avversari e il governo della città. Parla il sindaco di Bologna
di LUCIANO NIGRO

BOLOGNA - La Lega Nord e il centrodestra applaudono il sindaco che invia i vigili contro i lavavetri. Rifondazione, Margherita, sindacati e mondo cattolico protestano. I partiti della sua coalizione parlano di verifica e il sindaco Sergio Cofferati dice non c´è nessun problema nella maggioranza.
Che succede a Bologna, Cofferati? Il suo eroe non è più Tex Willer, ma Lone Wolf? Il ranger della sinistra è diventato sceriffo solitario che piace alla destra?
Il sindaco di Bologna in bretelle e maniche di camicia osserva la statua del Nettuno davanti alla sua finestra e sorride. «Se stiamo ai fumetti - dice - ricordo che Tex Willer difende gli indiani Navajo. Le reazioni? Le trovo inevitabili di fronte all´azione riformatrice».
Non è la prima volta sotto le Due Torri che va in onda il film "Cofferati contro tutti". Cinque mesi fa per l´abbattimento di un capanno abusivo e il braccio di ferro con i sindacati. Oggi per lavavetri.
«Viene in mente Federico Caffè e la sua "La solitudine del riformista". Quando il cambiamento mette in discussione privilegi e rendite di posizione, o tocca nervi sensibili, le reazioni sono inevitabili. Per non averne bisognerebbe non far nulla, galleggiare. E´ il segno che l´azione dell´amministrazione sta andando in profondità».
In questo caso l´accusa è insidiosa. Dicono che se la prende con i più deboli. Ieri la legalità, oggi i tergicristalli dai semafori.
«E´ chiaro che qui c´è un nervo scoperto. Se un tema diventa oggetto di discussione così vasto, anche al netto delle strumentalizzazioni politiche, del polo che si schiera con me per bruciarmi e di chi vuol distinguersi, significa che c´è qualcosa di non affrontato che improvvisamente viene a galla».
Che cosa glielo fa pensare?
«Di fronte all´evidenza di un fenomeno in crescita avevo detto una cosa ovvia, persino banale: "Aumenterò i controlli". Non ho chiesto provvedimenti speciali».
Per Rifondazione lei si comporta come Berlusconi.
«Non è un argomento, è un´invettiva, e nemmeno spiegano perché».
Dicono che a rimetterci saranno i più poveri.
«Io sono determinatissimo ad aiutare la parte più debole. Ma, l´ho già detto, senza legalità senza il rispetto delle regole il prezzo lo pagano i più deboli. E´ l´illecito che va a vantaggio dei più forti».
Ritiene davvero che dietro i lavavetri ci sia il racket?
«Non voglio sopravvalutare il fenomeno, ma nemmeno possiamo ignorarlo, sia nelle forme che possono essere spontanee, sia in forme organizzate di racket, che non sono le stesse della prostituzione, ma esistono. E legato a questo c´è qualcosa che mi preoccupa».
Sarebbe?
«Questi fenomeni producono tensione tra le persone. E tutto questo crea odio verso lo straniero. Ignorarne l´effetto ai danni dei più deboli è un errore».
Non teme, invece, di alimentare il pregiudizio?
«Al contrario, la tensione esiste ed è forte. Di fronte ai casi di ostilità, matura un´irritazione che offre argomenti alla destra e alla reazione verso gli immigrati. Chi vuole aiutare gli stranieri non deve dire "poveretto". Se amministra deve dare risposte. E questa, per me, è un´azione progressista e di sinistra».
Concretamente che cosa farà di diverso dall´invocazione dell´ordine da parte della destra?
«Ciò che è nelle mie possibilità e competenze. Manderò i vigili. E, nel caso di denunce con nome e cognome da parte di persone sfruttate, posso chiedere allo Stato la protezione, secondo le procedure di legge, come avviene per la prostituzione. La stessa cosa sono pronto a fare anche contro altre forme di illegalità e di sfruttamento, per esempio del lavoro nero. A patto però che a presentarsi qui siano le persone interessate, non un avvocato o un´associazione».
Perché a sinistra si arrabbiano?
«C´è un atteggiamento sbagliato. A volte si comportano come se si trattasse di argomenti della conservazione. E invece è un grande tema delle società moderne da affrontare senza reticenze nell´interesse della comunità».
Per questo ha bacchettato anche i suoi assessori? Ultimo caso la vicesindaco Adriana Scaramuzzino.
«Io non bacchetto nessuno. Nella giunta ci sono opinioni diverse. Trovo ovvio che vengano esplicitate, sono per il massimo della trasparenza. Va da sé che difendo con convinzione le mie idee».
E spesso i partiti si arrabbiano.
«Le reazioni, osservo, sono a geometria variabile. Non protestano tutti insieme, ogni volta».
Le proteste "alternate" la preoccupano meno?
«Sono normali. L´importante è che l´amministrazione e il sindaco stiano al centro della coalizione e attuino il programma».
Al centro, Cofferati? Da sindacalista e grande capo di una parte non lo avrebbe mai detto.
«Fare il sindaco è molto bello e impegnativo. Ma in comune con l´attività di un sindacalista non c´è nulla. Richiede la pazienza di ascoltare tutti, ma anche di assumersi la responsabilità di scegliere. E´ fatica decidere, ma dobbiamo farlo ogni giorno».
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