"Dimmi come si giura, allora" [OK] CA MDM

.Melisande.
00lunedì 22 febbraio 2016 17:17
Riassunto: Melisande ha promesso a Beth che le avrebbe tinto i capelli. Melisande mantiene sempre le promesse e raggiunge il Sanitarium in una piovosa notte. Grant accoglie la Signora dei Veleni e l'accompagna in cucina dove Beth sta lavando i piatti. Melisande saluta, la ragazzina salta in aria e il piatto cade a terra. Bum! Rotto! Ci sono convenevoli (pochi!) e un graditissimo regalo per l'immortale. Ma le sorprese non sono finite, questa notte. Beth vuole imparare e chiede a Melisande d'insegnarle qualcosa. Melisande non insegna al primo che passa, no: Melisande insegna solo a chi ha fatto giuramento ai Veleni. Beth giura. La Signora dei Veleni la interroga, la valuta e, infine, se la porta nella casa dei Veleni.
Beth, l'Apprendista dei Veleni con i capelli Rossi.


Commento: Questa giocata è stata una sorpresa dall'inizio alla fine! Non mi aspettavo il meraviglioso regalino e non mi aspettavo di reclutare una pestifera Apprendista. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

Benvenuta tra voi MDV, Beth! [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]


(***) Passaggio del ciondolo di magnolia dalla scheda di MALBETH a quella di MELISANDE!
Link scheda: artigianidiavalon.forumfree.it/?t=72090526

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MALBETH [sanitarium | cucina] La cena era stata una cena. Noiosa, come tante altre. Beth è in cucina, le mani immerse nell’acqua tiepida del catino. Struscia i piatti incrostati, cercando di lustrarli al meglio. I polpastrelli sono rossi, le mani rugose. Come una vecchia lavoratrice. I capelli sono legati in due codini alti sopra le orecchie, dai quali pendono tanti ninnoli: nastrini, campanelli, qualche fiore. Ultimamente sta sperimentando la passione per le acconciature strambe. Passerà, come tutte le cose in cui la ragazzetta si avventura. Indossa un vestito bianco di lino, sotto delle calze pesanti. Ha uno scialle in lana rosso con tanto di frange in cui si è arrotolata per bene. Come al solito dei look insensati. Non aspetta visite e si annoia. Ha voglia di andare nella sua camera e chiudersi lì, fantasticando sui fiori e sulla vita. Discorsi profondi, oggi sembra esserne in vena. La sua tracolla è appoggiata su uno sgabello a pochi metri da lei. Ci sono sempre le solite cose all’interno: tutti i suoi averi. Non la lascia mai, in nessun caso. C’è un silenzio di tomba, a parte qualcuno che russa in lontananza. Davvero romantico.

MELISANDE [Vicoli - Portone] Un mantello nero, lungo e non nuovissimo copre una veste cremisi dalle maniche lunghe e parecchio scollata. Imperversa un temporale questa notte che sta lavando via tutto le zozzure della Cittadina di cui sei Duchessa. Duchessa. Il tuo compito sarebbe quello di veder rifiorire la cittadina. Sarebbe, certo. Ti sei prodigata, un poco, per assolvere questo tuo compito ma la Rinascita di Irina e il tuo dovere nei confronti dei Veleni ti hanno fatto trascurare i tuoi obblighi. Ma questa notte non importa. Si prospetta una notte... strana. Raggiungi, sotto il diluvio universale, il pergolato e poi il portone. Bussi tre volte e dopo qualche minuto Grant viene ad aprirti. Ti togli il cappuccio così che possa scorgere i tuoi tratti: ti riconosce, ovviamente. Hai partorito Dhaanna in questa struttura. {Venom, Grant. Sono venuta a trovare milady Beth.} Annunci e poi domandi {E' in casa?} Annuisce l'omone e ti lascia entrare, sequestrando il mantello bagnato. Infiltrazioni d'acqua hanno scurito la stoffa cremisi dell'abito in più punti. L'orlo della veste è bagnato. Chi ha detto che i vampiri sono esseri perfetti? Una cosa, certo, bisogna dirla: i capelli corvini ricadono pesantemente in morbidi ricci fino alla vita, senza increspature. Segui Grant nel nuovo sanitarium fino alla cucina, osservando con apparente curiosità la struttura da poco rimodernata. Grant si congeda e, infine, riesci a fare il tuo trionfale ingresso nelle cucine del Sanitarium. Una macchia bianca e rossa attira immediatamente la tua attenzione. {Beth.} Dici soltanto in direzione della ragazzina. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Si specchia nell’acqua saponata. Qualche bolla moscia galleggia. Il riflesso è sfocato, mosso. La luce nella stanza è fioca. Solo una lanterna la illumina. Osserva i campanelli, osserva i colori dei nastrini. Immerge un piatto, che affonda come una barca senza capitano. Poi una voce la coglie impreparata e la stoviglia le sfugge dalle mani bagnate, volando in terra e fratturandosi in diversi pezzi. Si volta Beth, con gli occhi spalancati. “Mi è preso un colpo” Annaspa, con le mani che gocciolano in terra. “Non sono abituata a ricevere molte visite in questo mortorio.” Annuisce. “Mortorio nel senso vero della parola. Qua la gente crepa davvero.” Sorride, ritrovando in un attimo l’entusiasmo che la anima. I denti aguzzi si scoprono, le rughe le increspano gli occhi che si socchiudono. “Beh, benvenuta!” Un piccolo inchino, con lo scialle che le cade da un lato. Lo risistema. “Volete mangiare o bere qualcosa?” Chiede educata, alla fine la tratta come se fosse un ospite di Edave indirettamente. “Ah no, quelli die veleni non mangiano e non bevono. O almeno così mi ricordo che mi avete detto.” Non sa nemmeno se la stesse prendendo in giro quel giorno. Ma lo prende per buono. Sposta la tracolla dallo sgabello, invitandola a sedersi.

MELISANDE [Cucina] Ascolti il suono del cuore della ragazzina. Prima placido e tranquillo, poi il battito accelera pericolosamente e dopo qualche minuto di nuovo è quieto. La ragazzina parla: la sua voce ti raggiunge chiaramente e chiaramente riesci a scorgere il suo viso da folletto con i denti aguzzi nella penombra della stanza. I Doni del Sangue rendono la notte estremamente vivibile. La lasci parlare, poi annuisci alle sue ultime parole. {E' corretto, Beth!} Dici soltanto, avvicinandoti allo sgabello che ha preparato per te e ti siedi. {Questo è luogo di morte, è vero. Ma anche di vita: ho partorito mia figlia tra queste mura.} Le spieghi {E sono sicura che Madonna Edave ha salvato la vita a diversi individui, sempre tra queste mura.} Punti i tuoi occhi ametista nei suoi color miele {E' tua intenzione percorrere la strada della Scienza Medica?} T'informi, regalandole un inquietante e misterioso sorriso. Del resto i Vampiri sono affascinanti ma spesso risultano inquietanti agli esseri umani: è la loro natura del non-equilibrio. Si, è per questo. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Si china per raccogliere i cocci. La affascina quando qualcosa si rompe e si frantuma in mille pezzi. Immagina che possa accadere anche alle persone, ma lei non ha mai sofferto. O almeno non così tanto. È una persona felice, o almeno così si può dire. Felice a modo suo. “No” Scuote la testa, radunando gli ultimi pezzetti del fu piatto. “i malati sono noiosi. Si lamentano, si lamentano.” Uno sguardo diretto a Melisande, la faccia da schiaffi. “E mangiano un sacco. Sto sempre a pulire!” Sembra essere soddisfatta della pulizia, quindi andrebbe a raggiungere la vampira e si siederebbe al suo fianco, arrampicandosi su uno sgabello alto. Troppo alto per lei. Dondola le gambe nel vuoto, i piedi sono gelati e umidi. Il piatto cadendo ha bagnato il pavimento. Ma non sente adesso i morsi del clima rigido, è contenta della visita inaspettata. “Edave è una santa, solo per avermi ospitato tutto questo tempo. Anzi, salva anche la gente antipatica. Credo che non sarei adatta a fare il medico io..” Una smorfia, sbuffando. “Li ammazzerei quasi tutti!” Ridacchia. “Hai una figlia?” Passa al tu, così, improvvisamente. “Non sembri poi così vecchia..” Le sta dando della vecchia? Non si sa o forse solo un po’. Una considerazione come un’altra, mentre si arrotola sull’indice un nastrino blu. Un campanellino tintinna. Allunga la mano sinistra e rovista nella tracolla, tirando fuori un sacchetto. Niente di pregiato, solo un sacchetto scuro di velluto. Lo fa scorrere sul piano, in direzione di Melisande. “Non ti aspettavo, ma ci tengo a farmi trovare pronta.” È una battuta, ride da sola. Attenderà che l’altra lo apra. Non dice null’altro per ora. [//il ciondolo: artigianidiavalon.forumfree.it/?t=72090526]

MELISANDE [Cucina] La osservi e l'ascolti mentre un sorriso divertito aleggia sul tuo viso che ai suoi occhi appare probabilmente non troppo giovane. Non eri certo una ragazzina quando sei stata trasformata: avevi 28 anni, una gravidanza alle spalle e diversi anni nei veleni. Sul viso, infatti, sono presenti i segni di una vita vissuta. Cicatrici, le chiamano. Segni di vecchiaia, dico io. Rughe d'espressione attorno agli occhi e alle labbra. Eri molto vanitosa da giovane ma i veleni ti hanno salvata. {I malati e le persone vecchie hanno bisogno di essere al centro dell'attenzione, Beth.} Le spieghi, semplicemente. {Ma no, forse non sei adatta alla Medicina. Per cosa pensi allora si essere portata?} Le domandi, ancora. E poi? Quel ''Non sembri poi così vecchia'' ti fa ridacchiare: verità o bugia, che importa? Non replichi, ad ogni modo, perchè la ragazzina recupera il suo magico borsello e comincia a frugare al suo interno per recuperare un anonimo sacchettino che ti avvicina. La guardi, poi sposti lo sguardo sul sacchetto. I sensi immortali ti avvisano che lì dentro non troverai l'hennè per tingerle i capelli. L'hennè, beh.. diciamo che non profuma propriamente di violette di campo appena colte. Ecco. Diciamo pure che.. puzza! Allunghi la mano destra verso il sacchettino di velluto scuro. Pesa. Lo senti tintinnare. Un suono che l'umana probabilmente nemmeno percepirà. Il sacchetto viene aperto e il contenuto viene fatto ricadere sul palmo della mano sinistra. Il contenuto misterioso del sacchetto è stato svelato: un ciondolo con una magnolia ricoperta dalla resina. Da umana probabilmente ti saresti commossa per questo spontaneo gesto, prendi nota Malbeth. Hai perso la capacità di commuoverti, ma quel ciondolo rimane indubbiamente un monile fine e raffinato. Un oggetto che rende quella ragazzina ancora più interessante. Con il pollice della mano sinistra sfiori la resina e poi sposti lo sguardo di nuovo su Beth {E' bellissimo!} Replichi soltanto. {Grazie!} Qualcuno non sa come comportarsi? [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Le dita battono ritmiche sul piano di lavoro, tum, tum, tum, tum. “Io non ho mai capito per cosa sono portata. Edave sostiene che io sia un talento della commedia, peccato che io odi le commedie.” Scuote la testa. “Vorrei studiare le piante, credo.” Uno sguardo al taccuino che fa capolino dalla tracolla mezza aperta. “Sono stanca di saperne solo il significato” Storce le labbra. “I veleni si fanno con le piante?” Non ha idea esattamente di cosa sia un veleno. Di cosa sia fatto. Sa che ti fa crepare nella peggiore delle ipotesi. “Potresti provare ad insegnarmi.” Osserva l’altra aprire il sacchetto ed estrarne il ciondolo. Aveva raccolto lei stessa i petali che sono stati imprigionati all’interno. Una magnolia, il fiore che Beth le aveva appioppato. Affogato nella resina quel fiore sarà una bellezza immortale. Ma questo Beth non può saperlo, è solo una coincidenza. Cerca di sorridere nervosa. “Va bene, sono contenta ti piaccia, ma ora basta parlarne perché le convenzioni sociali mi agitano e non so cosa dire.” Si stringe nelle spalle, alzandosi di scatto. “Passiamo alle cose serie.” Si indica i capelli, per poi immediatamente ripensarci. “Anzi no, una puntualizzazione: il mantello me lo tengo. Quello salutalo per sempre.” Un sorrisetto, cercando di riprendere il filo del discorso.. “Si, dicevo, i capelli.” Va verso un angolo della stanza, cercando una tinozza pulita. Quindi riempirebbe una brocca capiente con dell’acqua tiepida. “Sono smanionsamente ansiosa di essere roscia..” La S si arrotola fra le lingua e le labbra. “Mia mamma diceva che roscio non è buono nemmeno un capretto, voglio sperimentare quanto fosse bugiarda!” Povera donna, non era poi così male. La boccetta è nella tracolla, in attesa di essere presa (o rotta, considerando i precedenti)!

MELISANDE [Cucina] Ah. Le piante. Certo. Che siano la sua passione beh, questo è fuori da ogni dubbio! {I veleni si fanno anche e soprattutto con le piante, si.} Annuisci. {Dov'è l'hennè?} Le domandi mentre lei si indica i capelli. Sincronia, tempismo, chissà! Ma forse le conversazioni sociali, come dice lei, non piacciono troppo nemmeno a Melisande. E' pur sempre una donna nata e cresciuta in un'isola del nord! Certe cose non cambiano, semplicemente diventano Immortali. Come la Magnolia nel ciondolo che stringi nella mano sinistra, ormai chiusa a pugno su quel monile. Ti alzi anche tu dallo sgabello e cominci a vagare per la cucina, cercando cose. Quel che cerchi trovi, tra la cucina e le stanza ad essa confinanti: un grembiule per non rovinare la veste cremisi che indossi (sarai anche ricca, ma adori quel vestito), un paio di guanti di pelle marroni consumati e, si spera, puliti (perchè l'hennè non perdona) e qualche vecchio canovaccio per tutte le evenienze (in particolare per salvaguardare il vestito di Beth, ma questa è un'altra storia). {Il mentello è tuo.} La ragguagli. Indossi in grembiule, come quando sei in laboratorio e indossi anche i guanti, quindi posi sul tavolo i canovacci. {Potrei insegnarti tutto quel che so, Beth.} Recuperi anche una ciotola e alcuni utensili da cucina, quindi le fai cenno di avvicinarsi con l'acqua e, in effetti, anche l'hennè dovrebbe essere recuperato. Il ciondolo l'hai indossato ed è ora soffocato da un seno non troppo prosperoso ma comunque ben presente: d'altra parte allattavi ancora Dhaanna quando sei stata trasformata. {Ma tu cosa mi darai in cambio?} Le domandi, puntando su di lei lo sguardo ametista. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Tira fuori l’henne dalla tracolla Beth, appoggiandolo sulla superficie della cucina vicino a lei. “Eccooolo.” Quindi si siede sullo sgabello con un piccolo balzo, legandosi in vita lo scialle a mo’ di cinta, per evitare che cada o disturbi le procedure di tintura. Si macchierà il vestito? Ecchissineimporta. Tanto li ruba, li prende in prestito da gente che non sa di prestarglieli (quindi si, tecnicamente continua a rubarli). L’altra torna addobbata a festa con mille utensili, questo Sanitarium è fornitissimo! Ascolta le parole dell’altra, non ha idea di quale sia la risposta giusta, ammessa che ce ne sia una. Quindi senza troppi fronzoli andrebbe a chiederle: “Cosa vuoi?” Non sa cosa possa offrirle. Non ha niente più di ciò che si vede. Una manciata di stramberia, una dose di gioventù, qualche spiccio. E un taccuino ovviamente, gonfio, vecchio e lacero. “La volontà è più importante dell’offerta, credo.” Si stringe nelle spalle, iniziando a sciogliersi i codini. Prima un nastrino, poi un altro. Dei petali cadono, qualche fiore viene ammazzato dalle dita frettolose di Beth. Stringe i campanelli che sfila dai capelli nel polpastrello, poggiandoli poi sul tavolo. Rotolano, suonano.

MELISANDE [Cucina] Beth si siede sullo sgabello e tu recuperi uno dei canovacci per sistemarlo sulla sua schiena, così da preservare la veste candida il più possibile. Dalle sue mani recuperi anche la boccettina piena di polvere verdastra. Versi la polvere nella ciotola di coccio che hai recuperato e cominci ad aggiungere l'acqua calda, una goccia per volta. Dopo ogni aggiunta mescoli energicamente la pappetta che mano a mano va a crearsi fino ad ottenere una crema dal colore e dalla consistenza omogenea, priva di grumi. {Questo potrebbe essere l'inizio del procedimento di preparazione alla base di un qualsiasi veleno: spesso si utilizzano erbe finemente tritate, sia per i veleni più potenti che per quelli meno.} Spieghi ad alta voce alla giovane fanciulla che vuole mascherare 'oro dei suoi capelli. Un rosso scarlatto, un rosso volgare. Rosso sangue! Apparentemente sembri non aver ascoltato la sua risposta. {Le erbe tritate conservano maggiormente le loro proprietà.} Altra spiegazione. Il composto puzza indubbiamente e lo sistemi proprio sotto al naso della ragazzina. {Adesso mi servirebbe un altro ingrediente...} Parli più a te stessa che a Beth e ricominci a vagare per la cucina in cerca di chissà cosa. Ritorni con un limone tagliato a metà e lasci cadere gocce abbondandi nella ciotola contenente la poltiglia davvero poco invitante {L'acidità del succo di limone renderà la tinta più brillante e l'aiuterà ad attecchire meglio.} Le spieghi, ancora, condividendo con lei anni e anni di esperienza nel campo dei veleni. La carcassa del limone viene abbandonata sul tavolo e riprendi in mano la ciotola e il mestolo con il preciso scopo di ricominciare a mescolare per amalgamare il tutto. L'odore sembra ancora più forte, ora, e satura la cucina. Edave non sarà felice di questi esperimenti, no davvero. La ciotola viene nuovamente posata sul tavolo mentre tu ti sposti alle spalle dell'umana per cominciare a districarle i nodi dei capelli con le dita di entrambe le mani divaricate per fingere quasi da pettine. {Io non insegno a tutti, Beth. Per divenire mia allieva devi fare giuramento ai Veleni.} Sussurri quasi con dolcezza, quasi. {Vuoi fare giuramento ai veleni?} [Usare Veleni] [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] I capelli di Beth sono lunghi, non troppo lunghi, abbastanza lunghi. Biondi per un’ultima volta. Vede l’altra armeggiare con l’henne, snocciolare qualche spiegazione sulle erbe tritate. “Capisco, quindi stai per avvelenare i miei capelli?” Sorride, cercando poi di acciuffare il taccuino. Ha bisogno di un nuovo quadernetto la ragazzina, soprattutto se si dovrà predisporre all’apprendimento. Le è rimasta qualche pagina bianca comunque, proprio una delle ultime. Quindi appunterebbe qualche informazione di quelle dettate da Melisande, in silenzio. “Che puzza!” Sbotterebbe, sventolando la mano davanti al suo naso schifata. “Ma puzzerò anche io come una capra tanto a lungo?” Le capre puzzano un sacco, anche se Beth non ricorda di averne mai odorata una a dire il vero. Prende per buone un sacco di dicerie che le vengono riportate, senza prendersi la bega di verificarne l’esattezza. I nodi nei suoi capelli vengono sciolti, altri vengono al pettine in tutti i sensi. Come quello del giuramento. “Dimmi come si giura allora” Lei non sa giurare, non ha mai avuto bisogno di farlo. Però in qualche misura le piace che qualcuno prenda in mano le redini della sua vita, la rassicura. Non la guarda, le da le spalle, Beth piuttosto fissa il muro. I cocci di prima accumulati in un angolo. È pronta, un po’ a tutto: alla tinta, alle promesse..

MELISANDE [Cucina] {Penso si possa dire che ti sto avvelenando i veleni, sì! Ho sempre desiderato fare un veleno per tingere i capelli, ma mi è parso inutile: l'hennè riesce a svolgere questo lavoro egregiamente!} L'odore di fieno, pungente e fastioso, continua a saturare l'aria e anche i sensi umani di Beth lo percepiscono con chiarezza. {Il cattivo odore rimarrà per un giorno al massimo.} Le spieghi. Beh.. qualche inconveniente ci deve essere, no? {Quando toglieremo la tinta i capelli ti sembreranno lisci come la seta, nutriti e sani. Dopo il primo lavaggio, invece, diverranno come paglia. E' un effetto collaterale della tinta, purtroppo. Dovrai fare degli impacchi di olio per nutrirli e renderli meno aridi.} Altre spiegazioni per Beth mentre le tue mani danzano sulla sua testa per rendere la capigliatura adatta ai vostri scopi. Quando tutto sarà pronto prenderai con la mano sinistra la ciotola e userai la destra per prendere parte dell'impasto: la poltiglia è diventata marrone-rossiccia. Colore e consistenza perfetta. La ciotola verrà data a Beth {Reggi, per favore} e comincerai a spalmare con attenzione la tinta sui sui capelli, ma solo sulle radici. La tinta risulterà fredda. Muoverai il capo della ragazzina ora a destra, ora a sinistra per cercare di coprire ogni centimetro con la poltiglia marroncina. {Devi giurare fedeltà ai veleni e alla congrega dei Maestri dei Veleni. Che la morte possa prenderti prima di venire meno al tuo giuramento.} D'accordo, forse stai esagerando un po'! Ma non è divertente? {Vivere in una Congrega è come vivere in famiglia, Beth. Noi tutti abbiamo giurato fedeltà ai Veleni e alla Gilda e non siamo mai venuti meno ai nostri giuramenti. Ci aiutiamo a vicenda, impariamo sempre qualcosa di nuovo e non facciamo nulla per mettere in pericolo i nostri confratelli e le nostre consorelle.} Le spieghi {I Veleni sono anche sacrificio e frustrazione: non sempre sono facili da capire e spesso ti sorprendono o ti colpiscono. Sei disposta a sacrificarti per loro?} Le domandi, cominciando a spalmare un po' di poltiglia anche sulle lunghezze. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Una smorfia divertita. ''Puzzerò come una capra e avrò i capelli di paglia. Il primo toro che passa è il mio!'' Regge la coppetta che le viene porta Beth, continuando ad ascoltare le sue disgrazie. Si morde il labbro. ''Io giuro, te lo giuro....'' Una piccola pausa, mentre lascia la frase in sospeso. ''..Però così mi metti l'ansia, te lo dico!'' Si stringe nelle spalle, la storia della morte la turba un pò. ''Se volevo morire rimanevo qui, prima o poi qualcosa mi avrebbe fatto tirare le cuoia.'' Chiude gli occhi per un attimo, sentendo i capelli e la cute che si impregnano di henne. Ne immagina la consistenza, cerca di pensare a come sarà con i capelli rossi. In realtà non ci aveva mai riflettuto attentamente. Non è vanitosa, non le interessa del suo aspetto più del necessario. Poi torna ad ascoltare, è cresciuta in un circo, crede di poter sapere come ci si possa sentire parte di una congrega. L'unico problema è che lei non si è mai sentita davvero parte di una famiglia, quello è il motivo per cui è andata via. Le piacerebbe avere un senso di comunità con delle persone, un senso da cui si è sempre sentita distante. ''Te lo prometto, non ti deluderò.'' Dice poco, è sintetica. Ma è sincera.

MELISANDE [Cucina] La poltiglia puzzolente viene recuperata dalla ciotola e accuratamente distribuita, giocca per ciocca, su tutti i capelli color grano di Beth. Ora sembrano come pieni di fango. Un fango puzzolente, questo è ovvio. Arrotoli i capelli in una specie di chignon alto, quindi recuperi un altro canovaccio per coprire il tutto con quello. Non dovrebbe colare, ma non si sa mai con queste tinte. Raggiungi il catino con l'acqua, pulisci i guanti e poi li togli, mettendoli a scolare. Ora dovete solo aspettare. Una. Due. Tre ore. Ti giri nuovamente verso l'Aspirante. Ironia e Sarcasmo. Questi sentimenti riesci ancora a riconoscerli, perfettamente. Le sorridi. Incroci le braccia al petto e la guardi attentamente. {Sei sicura, quindi.} Non è una domanda, la tua. {Desideri mettere la tua vita nelle mani dei Veleni. Una mente giovane e brillante, piena di passione.} Parli a lei? Parli a te stessa? Parli a qualcun altro? La squadri, ancora. {E quale strada vorresti percorrere, Beth? Quella della conoscenza? Quella della Composizione? Quella della Botanica?} Le chiedi. Ah! Vorresti leggerle la mente, farlo davvero! [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] La tinta deve riposare, sente i capelli unti appollaiati sopra il suo piccolo cranio. Ruota quindi sullo sgabello con il sedere, le cosce larghe e le gambe che penzolano. La guarda mentre pronuncia le ultime frasi. ''Sono sicura'' Le mani che si poggiano sul bordo della seduta, le braccia tese che sorreggono il suo peso, la schiena un pò ingobbita. Non deve essere un bello spettacolo con quei capelli conciati in quella maniera e il solito sorriso stralunato. ''Le piante, le piante. Voglio la botanica.'' Agita quindi le dita, mostrando i pollici. ''Speriamo diventino verdi.'' Ne dubita interiormente, quello che tocca di solito fa una brutta fine. ''Adesso con questo casino che ci faccio?'' Indica i capelli appiccicosi, con la faccia schifata. ''Vado a spaventare qualche malato..'' Chiede retorica. ''Scherzo'' Maddai? Perspicace. L'uomo che russava all'arrivo di Melisande ha smesso di russare. Chissà che sia passato a miglior vita...

MELISANDE [Cucina] La guardi. Inarchi un sopracciglio, quello destro. Lasci fuoriuscire l'aria, lentamente. {Se cominci a gocciolare roba verde per tutto il Sanitarium quando Madonna Edave tornerà ti farà a pezzettini con i suoi bisturi affilati.} L'avvisi. Seria. Mortalmente seria. Conosci Edave, molto bene. Non è una donna molto paziente ed è.. appassionata! Ti muovi, ora. Cerchi di raggiungere la porta della cucina, entrando nella stanza confinante. {Grant.} Chiami e questo ti raggiunge. Gli fai cenno di abbassarsi e gli sussurri alcune frasi all'orecchio, così che Beth non possa ascoltarle. Grant annuisce, osserva Beth con viso incolore e poi sparisce chissà dove. Osservi l'omone guadagnare l'uscita e poi rientri in cucina. Osservi il tavolo ingombro di stoviglie sporche. Non hai alcuna intenzione di pulire, proprio no! {Quanti anni hai, Beth?} Le chiedi. Qualcosa dovrete pur raccontarvi, no? Molte ore passeranno prima di vedere i capelli della giovane. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Si stringe nuovamente nelle spalle Beth, per l'ennesima volta. ''Veramente è un pò che non la vedo'' Dice, riferendosi ad Edave. ''L'ultima volta era molto nervosa, quindi si, meglio evitare..'' Si guarda intorno, scorgendo qualche goccetta che è colata in terra. Verdognola e viscida. Ma davvero sta facendo questa cosa ai suoi capelli? Vabbè, ormai è andata. Non sente ovviamente cosa viene sussurrato a Grant -uomo misterioso- ma si preoccupa anche per lui. ''Non darà la colpa a lui vero?'' Chiede preoccupata. ''Altrimenti ci sarà un inserviente in meno e spezzatino per settimane servito su queste tavole..'' Ridacchia divertita dal pensiero macabro. Che schifo. Poi cerca di ricordare quanti anni abbia. Non ne è certa. ''Sedici, più o meno.'' Alza un sopracciglio, alzando il labbro inferiore e mostrando la scucchia. ''Non so nemmeno dove sono nata. Da qualche parte in mezzo alla steppa polacca.'' Cerca di ricordare meglio quello che le era stato raccontato. ''Stavamo viaggiando, con la carovana. I miei avevano un circo, ma credo di avertelo già detto.'' Respira piano. Lenta, lenta.

MELISANDE [Cucina] {Anch'io.} Mormori. Non vedi Edave da molto molto tempo. Il suo Sangue, vista la sua attuale condizione, sarebbe per te un canto irresistibile. Ma questo non puoi saperlo. Segui Malbeth con lo sguardo: la ragazzina è davvero iperattiva! {No, certo che no. Grant è molto prezioso per gli abitanti di questa casa e per i malati. Sarai tu a pulire, non è così?} Le chiedi, sbattendo le palpebre in modo teatrale (stile gatto con gli stivali, per intenderci). Sprazzi di vitalità in un corpo morto che è semplicemente eco di quello di un tempo. Beth si prende il suo tempo per rispondere, rispolverando i ricordi del passato. Tu ti prendi il tuo per mandare avanti la conversazione e così i minuti trascorrono, veloci o lenti. Che importa? Tu hai l'eternità davanti e la ragazzina beh... è ancora molto giovane, sopravviverà a qualche minuto di silenzio. La osservi, con i grandi occhi ametista e indagatori. {La tinta si sta seccando: presto avvertirai una sensazione di prurito. Dovrebbe essere fastidioso ma non insopportabile.} Ancora una spiegazione per la giovanissima Aspirante dei veleni. Sedici anni. Troppo giovane per comprendere fino in fondo la scelta che ha compiuto, ma forse ora è troppo tardi per tornare indietro. Grant ritorna, si affaccia alla porta della cucina e richiama la tua attenzione con un colpettino di tosse: ovviamente i sensi immortali ti avevano già avvisata. Ma questa è un'altra storia. Abbandoni la tua postazione per raggiungere l'inserviente del Sanitarium che ti consegna un pacchetto molto piccolo di velluto rosso. Non è nemmeno stato chiuso da legacci. {Grazie.} E lui si congeda. Ti volgi nuovamente verso l'umana e allunghi il braccio destro in avanti, verso di lei, come ad invitarla a prendere il pacchettino dalle tue mani. Se lo farà, quando lo aprirà, scoprirà una piccola spilla viola scuro e al centro di essa un fiore di fantasia verniciato di rosa pallido. La Spilla di Apprendista dei Veleni. {I Veleni hanno ascoltato il tuo giuramento, Beth. Ti hanno valutata e ti hanno considerata degna di essere la loro schiava.} Dirai, quando ella avrà aperto il pacchetto. Allora e solo allora Malbeth dovrà compiere l'ultimo passo e far entrare i Veleni nel suo cuore, recuperando quella spilletta che direzionerà la sua esistenza. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Cotninua a ruzzolare su quello sgabello, girando su se stessa e trotterellando come se non riuscisse a stare ferma. Impaziente. ''Io pulisco tutto'' Sorride. ''Tuttoooo.'' Puntualizza. ''Ti farò splendere la dimora, vedrai.'' Si e ricamerà le tende a suo gusto, ma questo non glielo dice. Se lo tiene per se, ama le sorprese (improbabili). Soprattutto perchè non sa ricamare. Quindi esattamente come l'altra aveva previsto inizia ad avvertire un forte prurito alla cute. ''Mi sto trasformando da capra a scimmia..'' Un tono stizzito e divertito al contempo. Scorge Grant tornare e tossire. Si chiede per un attimo se fosse lui a russare. Lui russa sempre. Poi le viene donato un pacchettino e lo prende fra le mani, i palmi aperti a conchetta che lo andranno ad ospitare. Sembra curiosa. Estrae la spilletta e la guarda attentamente, rigirandola fra i polpastrelli. Le piace il viola, perchè assomiglia al rosa. Ma è un segreto che le piaccia il rosa, quindi non dice niente a riguardo. Se la appone sul petto, senza tante parole, fissando compiaciuta Melisande. Sembra felice, un sorriso fiero e allegro. ''Grazie!'' Intanto il prurito le mangia il cervello. Quindi andrebbe a dire qualcosa a riguardo. ''Prude, ti prego lava. Fai qualcosa. Prendo fuoco!'' Che allarmista che sei, Beth..!

MELISANDE [Cucina] E l'ultimo passo Beth lo compie, riuscendo a rimanere seria e composta giusto il tempo d'indossare la spilletta, prima di cominciarsi ad agitare un secondo dopo per via del prurito causato dalla tinta. {Suvvia, non è di certo la fine del mondo!} La stuzzichi. Non ti sei mai tinta i capelli, ovviamente: il tuo colore scuro non ha mai permesso all'hennè di attecchire. Però hai assistito a diverse operazioni d'imbellettamento quando eri a corte. Recuperi i guanti, li indossi e poi ti avvicini allo sgabello, indicandolo alla ragazzina. Quando lei si sarà avvicinata, toccherai qualche ciocca di capelli per cercare di capire se è tempo di toglierla. {Il tempo di riscaldare l'acqua e potrai toglierla.} Le dici. Quindi ti sposti, proprio per mettere sul fuoco dell'acqua. Il fuoco non ti spaventa più come quando eri una Neonata. Ora sei Maestra dell'Oscurità e riesci ad avvicinarti anche al camino senza aver timore di bruciarti. {Stanotte verrai via con me. Ti porterò nella casa dei veleni dove abiterai da ora in avanti. Ti consegnerò le chiavi e la divisa. Avrai una stanza a tua scelta ma non ti sarà permesso portare sconosciuti nella tua stanza.} Le spieghi, puntualizzando quando serve: così, per ingannare il tempo {Conoscerai gli altri abitanti della casa e ti verrà assegnata un insegnante che ti seguirà negli studi e ti trasmetterà il Sapere dei Veleni.} Immergi il dito indice della mano sinistra, coperta dai guanti, nell'acqua. Temperatura perfetta (o almeno credi). L'acqua viene tolta dal fuoco e portata nel lavello {Vieni qui che togliamo tutto, le dici}. [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [Sanitarium | cucina] Finalmente sembra esser giunta l'ora di liberarsi di quella schifezza che ha in testa. Non vede l'ora. Si ferma sullo sgabello, aspettando che l'altra faccia scaldare un pò d'acqua per lavare via l'henne. ''Una divisa?'' Chiede, chiedendosi come sarà con un vestito più o meno normale. ''La devo indossare sempre, no?'' Una domanda curiosa, non ha idea di come funzioni. ''Posso dire a tutti della congrega o è un segreto?'' Le prime curiosità. ''Ovviamente non quello che imparo, ma insomma, che esistiamo'' Ridacchia, mentre cerca di spiegarsi meglio. Trotterella verso il lavandino quando viene chiamata, scendendo con un balzo dal trespolo, come se fosse una civetta. Cerca di arrampicarsi sul lavello, sporgendosi in avanti per poter agevolare il lavaggio dell'impiastro. ''Lascerò una missiva ad Edave'' Mormora mentre è a testa in giù e avverte il sangue confluire prepotente nelle tempie. Il respiro spezzato per qualche attimo. ''Almeno non si preoccupa'' Non è certa della vera essenza di quella donna, ma le sembra gentile e premurosa, seppur con qualche stranezza. Inizia a pensare alla prima volta che si sono incontrare in piazza. Lei incontra tutti lì, come anche era stato per Melisande. Pizzica, pizzica, pizzica l'henne.. Il fastidio la riporta alla realtà.

MELISANDE [Cucina] Beth ti raggiunge. {Tutti sanno che esistono i Maestri dei Veleni, Beth. E si, la divisa di Congrega la dovrai indossare nella Casa dei Veleni e anche quando andrai in giro per le due terre a svolgere dei compiti per la Congrega.} Le spieghi mentre lei si china e con l'acqua cominci a lavar via la poltiglia ormai semisolida che hai spalmato sulla testa della ragazzina qualche ora prima. E' un lavoro lungo e meticoloso ma che rivela subito luminose ciocchè scarlatte che hanno preso il posto dei capelli un tempo biondi. Dopo diversi lavaggi tutta la poltiglia sarà stata lavata via e con un canovaccio proverai a tamponare quella sera cremisi che è un po' anche opera tua, Melisande. Sono venuti bene: uniformi e luminosi. Certo non è un colore naturale e si nota, ma nell'insieme è molto bello. Il senso estetico, beh.. quello non l'hai perso con la rinascita. {Vai a cercare uno specchio: il nuovo colore ti dona molto} la incoraggi {Poi raduna le tue cose e torna qui. Devi ripulire tutto questo disastro. Io, nel frattempo, scriverò e lascerò a Grant un biglietto per Edave.} Fine della trasmissione, signori miei. In questa strana e folle notte la casa dei veleni ha acquistato una giovane e spumeggiante mente e una ragazzina ha trovato la sua strada. Che si dica pure a gran voce: quando succede qualcosa d'importante le donne cambiano colore di capelli. Questo è un dato di fatto, vecchio come il mondo e sempre attuale. Benvenuta in famiglia, Beth! [Tenebra I - Veggenza I]

MALBETH [sanitarium | cucina] Sente i capelli che vengono sciacquati, l'acqua scura si infila nel lavello. L'odore è ancora forte, seppur ora ne sia meno infastidita, forse solo a causa dell'assuefazione. Coglie i riflessi rossi immediatamente, vede le ciocche rinascere di un colore nuovo ed intenso. Si sgrulla, come fanno i cani. Sgocciola un pò qua e un pò la,ma almeno adesso è solo acqua. Cerca di specchiarsi nell'acqua ma è troppo buio. ''Va bene, torno subito.'' Si asciugherebbe anche col panno, avviandosi verso la propria camera in silenzio. Ha i piedi congelati, ma se ne accorge solo ora. Recuperebbe solo gli stivali e uno specchietto, non si preoccupa dei pochi vestiti che ha. Poi i fili colorati e l'ago per il ricamo. Ha tutto. Si osserva curiosa nel riflesso, è strana con quella nuvola rossa in testa. Ma le piace, sembra più pazza e un pò più grande. Può andare a pulire e poi traslocare. Traslocare per una nuova vita!

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[La missiva, affidata a Grant, verrà consegnata al destinariario non appena questa metterà piede nel Sanitarium]

Venom Madonna Edave,
Questa notte mi porto via Beth.
Ha deciso di seguire la Via dei Veleni.

Con la speranza di rivedervi presto,
Melisande D'evreux di Shahrizai
Settimo Gran Maestro dei Veleni
Lothrel
00lunedì 22 febbraio 2016 21:17
FATTO PASSAGGIO SCHEDA
Malbethavalon
00martedì 23 febbraio 2016 21:18
[SM=g27836]
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