[QUEST EQUILIBRIO] - [Torre Sospiri -> Torre Pendragon] L'Alfiere e la Stella [OK]

Fehrer
00mercoledì 27 aprile 2016 23:48
Fehrer, Elysiane

Riassunto:

A seguito della visione avuta dalla Sacerdotessa (qui!), l'uomo e la donna si recano presso la Torre dei Sospiri per indagare.

Affacciatisi alla balconata del primo piano, tuttavia, Elysiane osserva la Torre del Pendragon poco distante, e la collega immediatamente alla struttura da visitare, suggeritale dalla Dea.

I due si fermano sulla soglia, poiché il portone è sigillato.


Commento:

Ci servirebbe un segno dall'alto per proseguire :)
La chat "torre del pendragon", infatti, è inaccessibile, essendo luogo riservato; in On ci siamo giustificati immaginandone sigillate le porte.

Grazie mille per l'attenzione!


FEHRER [Cittadella | -> Torre] Il volto alto, il naso all'insù e lo sguardo sulla notte che incombe, serrando il cielo in un abbraccio d'ebano: è così ch'incede l'Alfiere, fra le mani le redini d'un cavallo nero che avanza, quieto. Egli si gode la brezza serale, ma, potendo associare a ogni elemento un particolare da vedere, lo fa con un sorriso assorto, che fa assumere all'espressione una piega che generalmente non tratteggia il volto, sul quale campeggiano ormai diverse rughe. Rughe sulla fronte e rughe agli angoli delle labbra, valorizzate dalla linea d'una bocca severa. "E' tutto più bello..." mormora mite, e la compagna d'avventure che si porta dietro non potrà che cogliere il riferimento eloquente alla cecità decisa dalla Dea che, per fatti ch'appartengono alle stelle, non è più tale, quando il Lupo Bianco e la Stella del Meriggio sono vicini. Hanno galoppato dal Tempio fino alla città e, superata la vegetazione e inoltratisi nei vicoli e nelle viuzze, l'Ishtuk ha rallentato l'andatura della bestia, rimandando il momento della discesa. E ora che la vetta del pinnacolo è in vista e che la meta è vicina, gli zoccoli si fermano del tutto, e l'uomo del Nord sfila un piede dalle staffe per ricongiungerlo al gemello, sull'altro fianco di Félaròf, con una grazia che a un Vichingo raramente s'attribuirebbe [Agilità III]. Con le redini in una mano, porge quella libera alla Sacerdotessa, invitandola silenziosamente a utilizzarla come appiglio mentre si guarda attorno, accigliato. Gwynbleidd indossa una giubba in pellaccia nera, sulla quale riposano delle fasce in cuoio che garantiscono a una coppia d'armi - una spada lunga e una spada bastarda - di incrociarglisi fra le scapole, e di pigolare a ogni passo di lui; e ha i lunghi capelli biondo sporco inguainati in una coda alta, neppure fosse pronto alla guerra. "Cosa ci aspetta lì dentro?" domanda alle ombre che si allungano, a mezza voce, più incuriosito che intimorito: in molti anni ne ha viste troppe, ormai, perché possa aver tema di qualsivoglia mistero acquartierato nel buio.

ELYSIANE { . > Torre dei Sospiri . }°{ Il breve corteo sfila silenzioso per le strade della Cittadella al ritmo preciso scandito dagli zoccoli del cavallo sul quale si trovano a cavalcioni il Campione dell’Isola Sacra e la Stella del Tempio. Quest’ultima, abbandonata la tunica sacerdotale per mera comodità, ha lasciato spazio ad abiti di fattezze decisamente maschili: il busto è abbigliato con una camicia bianca e troppo ampia per la corporatura di Elysiane, con le maniche arrotolate sin sopra ai gomiti mostrando involontariamente i tatuaggi che marchiano gli avambracci ed i polsi; il bordo della camicia confluisce nei calzoni di pelle che fasciano le gambe magre, al momento a penzoloni. La testa della ventenne presenta delle rasature evidenti sui lati ed il crine sfuggito a tale bislacca acconciatura è domato in una morbida treccia, la quale penzola fra le scapole della Mediterranea grazie all’incedere della bestia. Quest’ultima cessa il suo passo sol quando il Nordico glielo impone: Fehrer scende da cavallo per primo, indi si prodiga di porgere le redini alla giovane per aiutarla nella discesa. } Grazie { Mormora nella sua direzione la Romana, smontando con movimenti misurati dalla sella. Sol quando entrambi i calzari saranno posati a terra, le iridi chiare si poseranno sul paesaggio, ascoltando appena il quesito posto dall’uomo alle tenebre che attendono i due viaggiatori. Già, che cosa li aspetta lì dentro? }

FEHRER [Cittadella | Torre] Dedica uno sguardo fuggevole alle braccia della fanciulla, là dove dovrebbero palpitare le luci bluastre dei suoi tatuaggi fumosi. Il passare del tempo, dalle braci del tramonto alla pece della notte, non ha spento questo prodigio; eppure l'uomo del Nord non se ne stupisce, conoscendo la magia che permea l'Isola di Avalon. Non appena Elysiane fosse a terra, l'Ishtuk le lascerebbe la mano con un cenno d'assenso e si volterebbe di mezzo giro, per fronteggiare l'ampio portone incasellato nei cardini antichi. Vi si dirige non prima d'aver assicurato le redini a una staccionata, donando un buffetto al muso della bestia. Con Elysiane presumibilmente alle spalle, Gwynbleidd sospinge l'uscio, che non dovrebbe fare resistenza: agli occhi dei due s'apre la Sala Cerimonie, curata e affrescata da quadri e dipinti come se, nonostante inabitata e silenziosa, gli dèi avessero scelto di soffiarne via la polvere, scacciando la muffa dai soprammobili, dai candelabri e dai divani. Il Nith studia le pareti e le finestre, corrugando la fronte per via delle luci garantite dalle fiaccole accese. All'angolo nord-ovest della stanza, si intravedono delle scale in marmo che salgono verso i piani superiori; ai piedi della rampa e separata da un finestrone, invece, sta una balconata circondata da una balaustra preziosa. Il draconico sbottona la giubba sul petto, liberando una camicia bianca e alcuni centimetri di carne, ch'evidenziano segni antichi d'ustione. "Siamo qui" mormora pacato, cercando la figura della giovane lì di fianco. Se è questo il luogo che la Dea le ha mostrato, la Stella del Meriggio dovrebbe poterlo riconoscere.

ELYSIANE { . Torre . }°{ Nel silenzio che impregna l’aere del loco, i due si dirigono a passi svelti verso il portone della Torre dei Sospiri, non prima d’essersi occupati del cavallo. Guidati anche dal bagliore continuo emanato dai tatuaggi di Elysiane grazie alla presenza ravvicinata del Cavaliere dei Draghi, la Sacerdotessa e l’Alfiere si ritrovano nella sontuosa Sala delle Cerimonie, là ove l’arte di cui è capace l’uomo riuscirebbe a sorprendere anche un Dio; gli occhi della giovane serpeggiano sugli affreschi e sulle sedute senza che sull’espressione della Stella del Tempio si palesi alcuna forma di entusiasmo. Ed ecco che il verbiare del suo accompagnatore le solletica l’oto, costringendola a voltare il capo in direzione di Fehrer. Ella, invece, non dice nulla, limitandosi a girovagare per la sala con la speranza di ricordare qualcosa di utile. Niente. } Questo posto non mi dice nulla { O, perlomeno, così le pare. Le sovviene benissimo l’imago della Torre dei Sospiri vista dall’esterno, violentata dalla Tempesta. L’Alfiere lo sa, gli ha già raccontato tutto in ogni minimo dettaglio. Con un sospiro si stringe nelle spalle, gettando occhiate distratte alla balconata. }

FEHRER [Cittadella | Torre] Né le movenze né le parole di Elysiane, che scoraggerebbero gran parte di chi volesse udirle, distraggono l'Alfiere Nero; egli, anzi, rovista nelle tasche interne della giubba, estraendone infine una pipa e un acciarino. Se in passato questa sala ha posseduto delle regole ferree, l'uomo del Nord, oggi, non sembra intenzionato a rispettarle. Il piatto della pipa picchia diverse volte contro una delle pareti circolari: l'erba precedentemente macerata cade in terra, e Gwynbleidd vi passa su lo stivale, sospingendola fuor del portone di tacco. Le sue sono le gesta della consuetudine, tant'è che, nel giro d'alcune decine di secondi, l'arnese soffia nuove volute di fumo e il lungo bocchino gli è adagiato in un angolo delle labbra, tratteggiate in una piega serena. "Diamo un'occhiata di sopra?" le domanda, tornando soltanto ora a osservarla, la voce distorta dal becco in radica. E' verso le scale, dunque, che si dirige, chiedendole di seguirlo con un ampio cenno del braccio. La sua andatura è lenta, in modo che la giovane possa stargli vicino al punto che lui non rinunci alla vista. In cima alla rampa, apre una porta d'avorio che dà accesso alla Sala Comune, più piccola della camera precedente, ma non meno curata e dai dettagli preziosi. Araldi e dipinti, quadri e tavolate di materiale assai più raffinato di quello che compone il legno delle locande e delle bettole. Pochi passi dovrebbero condurli alla balconata, aperta la quale la brezza notturna torna a investirli, tiepida come un sussurro. Il Nith poggia le mani sulla balaustra, scrutando l'orizzonte. Il punto visivo è catturato dalla seconda torre in lontananza, ma lui vi bada distrattamente, volgendosi piuttosto per cercare nuovamente gli occhi della sua accompagnatrice. Non parla. Si limita a fissarla, in silenzio.

ELYSIANE { . Torre / Balconata . }°{ La richiesta del Nordico è presto accolta: percorrendo le marmoree scale coi suoi calzari, la ventenne sta ben attenta a rimanere a distanza ravvicinata dal Campione, così da permettere alla sua vista di non oscurarsi. Riflesso incondizionato del loro strano legame, i draghi tatuati sulle braccia magre ma toniche dell’Ancella della Guerriera rischiarano la via ad entrambi i presenti. Ben presto l’uomo e la Mediterranea raggiungono la balconata, la quale li accoglie mettendo in bella mostra le curve sinuose della luna calante. Su quest’ultima vola lo sguardo di Elysiane, ammaliato dalla vista che la Torre dei sospiri può offrire. Solo quando gli occhi verdi della Stella del Tempio possono abbracciare la figura di un’altra torre che postula dinanzi a loro, qualcosa nella sua mente scatta: la testa le si riempie di ricordi nitidi, alberganti le immagini mostratele dalla Dea qualche notte fa. Senza sforzarsi troppo, la Sacerdotessa rimembra di aver visto una costruzione simile alla Torre dei Sospiri e vicina a quest’ultima come ubicazione. La mancina si solleverebbe in aria nel tentativo di poggiarsi sulla spalla di Fehrer, al quale indicherà la torre con l’indice della destra. } Andiamo là { Un ordine, un imperativo. Ancor prima di udire la risposta dell’Alfiere staccherebbe le gemelle dalla balaustra, pronta a scattare verso la nuova meta. }

FEHRER [Cittadella | Torre -> Esterno] Ampie volute di fumo, la bocca soffia all'insù, il mento che si solleva, lo sguardo che resta sul cielo. Qualsiasi cosa li attenda, tarda ad abbandonare le ombre, e resta nel buio, a sbeffeggiarli al riparo del proprio silenzio. Ma l'Alfiere non ha fretta: noterà, Elysiane, la compostezza e la pazienza dell'uomo del Nord, che, sebbene in palio vi sia molto, e tutto a sfavore di lui, non perde mai la calma. L'espressione resta serena, lo sguardo limpido. Quando la mano dell'ancella gli sfiora una spalla, gli occhi di lui seguirebbero il gesto di quella libera, che vola a mezz'aria a indicare la torre sulla quale aveva posato distrattamente l'attenzione. S'acciglia e starebbe per domandarle qualcosa in proposito, ma la Stella scatta verso le scale e il Nith, per non farle mettere troppo spazio fra sé e la sua vista, si affretta seguendola dappresso, togliendo la pipa dalle labbra e riponendola nelle vesti. "Là?" domanda tratteggiando le sue falcate per renderle parallele ai passi femminili, affiancandola. I due percorrono a ritroso la via intrapresa soltanto alcuni istanti addietro, scendendo la scalinata in marmo, prima, e varcando la soglia della Sala Principale, tornando all'esterno, poi. "Era la Torre sbagliata..." mormora fra sé e sé, gli occhi facendosi due fessure, comprendendo mano a mano l'intuizione della Figlia di Cerridwen. Non dovrebbero metterci molto ad aggirare la costruzione, per immettersi infine sul sentiero che serpeggia attorno alla cittadella e prende la via verso la Torre del Pendragon. Antica e abbandonata, troneggia sulle teste sui due, protendendosi verso la volta scura. "Questa?"

ELYSIANE { . Torre . }°{ No, non era la torre sbagliata! Le aveva semplicemente viste entrambe. Eppure la ventenne non risponde al Nordico, impegnata a scapicollarsi giù per le scale di marmo. In un lampo, i due attraversano la Sala delle Cerimonie senza badare alle meraviglie su cui prima avevano posato lo sguardo, preferendo dirigersi senza esitazione verso il portone cigolante che prima avevano attraversato a ritroso. In men che non si dica, l’Alfiere e la Stella del Meriggio si allontanano dalla Torre dei Sospiri per appropinquarsi all’altra torre: questa si presenta abbandonata ed austera. La Torre del Pendragon accoglie Elysiane con un fiume di ricordi di ciò che aveva visto, immagini silenti che la ritraggono alle spalle della costruzione appena visitata. Silenziosa ed in disparte, essa c’era sempre stata. Sollevando il mento per meglio abbracciare l’imago della torre, la Mediterranea annuisce in direzione dell’Ishtuk. } Sì, è lei { Ne è sicura. Solo dinnanzi alla meta percepisce un brivido percorrerla tutta, facendo formicolare le dita delle mani: questa volta ci sono davvero. Che cosa li attenderà? }
_Burlesque_
00lunedì 2 maggio 2016 15:23
Re: Fehrer, Elysiane
Fehrer, 27/04/2016 23.48:


Ci servirebbe un segno dall'alto per proseguire :)



Role approvata!

Purtroppo il segno ve lo dovrei dare ON, ci organizziamo per trovarci?
Preferite che proseguiamo dopo la fine del Torneo?

Fatemi sapere voi.


_Burlesque_
00martedì 3 maggio 2016 18:41

[ATTENDERE RESPONSO]

E mentre i volti dell’Alfiere e la Stella sono volti al cielo di Avalon, la Torre sembra avere uno spasmo di Vita, come se fosse una creatura che troppo a lungo è stata abbandonata e ora, si concede alle carezze di un buon samaritano. Fehrer allunga la mano, su quel vetusto portone, con reverenza per saggiarne la consistenza forse per capire se sia un sogno quei fatti e quei passi che l’hanno portato su queste pietre, davanti a questo legni fatiscenti. Nel momento preciso in cui le dita della mano destra dell’Alfiere sfiorano il legno, un suono di arpa dolcissimo percorre l’etere librandosi dapprima sulla pelle delle punte delle dita, per proseguire poi verso la sua consapevolezza interiore. Nella sua mano destra, che lesta si chiuderà, apparirà una chiave di ferro brunito della grandezza del palmo. Una voce, di donna, che egli mai ha udito, toccherà le corde del suo cuore: “Torna da me quando i tempi diverranno maturi…”. E se il Cavaliere dovesse interrogare la Stella, Ella non saprà rispondergli perché non ha udito ne il suono dell’arpa ne la donna gentile parlare. E se il Cavaliere ora dovesse mostrare la chiave ad Elysiane, Ella non poterebbe vederla ne toccarla. Ma con quella chiave, stretta a se, succederà che Fehrer potrà vedere anche quando la Stella si allontanerà da Lui. Il buio si è sciolto, per ora, come risucchiato dall’oggetto…

//Chiave senza alcun potere. Una semplice chiave che forse aprirà una serratura…


[GDR PAUSA – Riprendiamo dopo il Torneo]

//Chiedo venia, troppi impegni!

Fehrer
00martedì 3 maggio 2016 18:52
Ok, a poi!

P.V.
Elysiane
00giovedì 5 maggio 2016 00:53
P.V. :D
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:09.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com