[Piazza]Posso privarti di quanto hai di più prezioso...convincimi a non farlo.(OK)

.donatien.
00domenica 22 novembre 2015 00:25
NAILA [Vicolo > Piazza] Ai suoi occhi di straniera, ogni vicolo di questa cittadella si prospetta sempre uguale. Le ombre dense della sera si arrampicano sugli edifici, accompagnando i passi della ragazza che sembra davvero muoversi tra questi vicoli senza nessuna meta, se non con la sola curiosità tipica di chi s'affaccia per la prima volta in una terra straniera. Il rintocco degli stivali consumati sul selciato antistante la piazza, è probabilmente l'unico rumore sordo che accompagna la ragazza; veste abiti maschili, calzoni e casacca scuri adattati alla sua taglia, comunque ben coperti da un mantello pesante. Il cappuccio è però lasciato ricadere sulle spalle, lasciando scoperto un viso dalla pelle chiarissima e zigomi taglienti; non c'è traccia delle rotondità delicate dell'adolescenza e, benchè il mantello inganni, quello è un corpo fatto di spigoli e poche forme morbide. Le ciocche rosse scivolano ben oltre la linea delle spalle e sono intrecciate tra loro in nodi non troppo elaborati - pratici, non certo per vanità. Anche perché in tal modo le è più semplice spaziare tutt'attorno con lo sguardo, d'un verde piuttosto chiaro ma tutt'altro che spento, da cui emerge una scintilla curiosa che neanche la notte, e tutti i suoi pericoli, sono in grado di mettere a tacere. Non porta armi con sè, le poche cose che possiede giacciono ancora nella stanza che Adhier ha fatto predisporre per lei, ed entro cui non passa quasi mai il proprio tempo, preferendo vagabondare all'interno delle mura della cittadella senza tuttavia sbilanciarsi e parlare con nessuno. Procede in direzione della piazza, avanti a lei ancora sei metri scarsi, senza nessuna fretta e mostrandosi attenta a quanto la circonda e per quanto i suoi sensi prettamente umani possano permetterlo.

DONATIEN [piazza zona est]Notte. Madre e Moglie. Nel ventre oscuro di quest'ultima il Basilisco avanza, lesto, tanto quanto la fluidità innata dei propri movimenti gli permetterebbe anche lì su quell'acciottolato sconnesso contro cui il proprio calzare non è capace di peccar d'instabilità alcuna [agilità 2], e preciso, tanto più là tra quelle tenebre che la propria vista non teme ma in cui si celano le intricate, impalpabili trame d'oscurità che attanagliano la cittadella come le spire spietate della tela d'un ragno. Ma egli vede ben oltre. I propri sensi, nutriti e dominati dal sangue dannato, [veggenza I] dovrebbero permettergli di percepir tutto quanto accade intorno a sè squarciando ogni ombra, valicando ogni umana limitazione, amplificando suoni, ritmi, battiti, presenze ed odori che fin troppo facilmente si trasformeranno nel ricordo di un sapore, sulla lingua, di un piacere che è fremito, riflesso di vita in un corpo che, oramai, non ne è che involucro vuoto. E si fermerà il Maestro quando al proprio fine udito giungerà un rintoccare cadenzato. Distante. Ma chiaro quanto l'aroma del sangue che porta seco. Gli occhi si socchiudono, il capo s'inclina di lato come farebbe quello di un predatore che meglio vuol tendere il proprio orecchio verso la prescelta vittima. Un istante, ecco quanto impiegherebbe l'eterno per valutar distanze e opportunità, strategie e condizioni. In questa notte la fame è tanta, la Bestia famelica non sembra proprio voler lasciare il comando alla ragione e sarà dunque l'istinto a guidar i primi passi del Basilisco. Celeri come non potrebbero mai esser quelli di alcun umano [celerità II] eppur sciolti ed equilibrati [agilità II]. L'intento sarebbe quello di andar a diminuire il più possibile la distanza tra sè e quella presenza, ancora solo percepita e non vista, pur rimanendo al sicuro tra quelle ombre che così bene accolgono la sua slanciata figura completamente abbigliata di nero, in questa notte. Forse la straniera e colui che fu esule, in quelle terre, si troveranno inavvertitamente a procedere lungo lo stesso viottolo, forse avanzeranno parallelamente, per quanto il vampiro con un'andatura ben più rapida, segnando sentieri paralleli o limitrofi. Quel che è certo è ch'egli incede verso d'ella ed ella procede, incurante all'indirizzo della piazza.

NAILA [pressi piazza] Nonostante una curiosità impaziente che continua ad imbrigliare faticosamente sottopelle, i passi della ragazza non sono veloci e non potendo contare nè sull'agilità nè sulla velocità ch'è invece propria del cainita, si limita a procedere lungo il vicolo piuttosto normalmente. Forse anche con meno cautela di quella che, saggiamente, dovrebbe utilizzare ritrovandosi totalmente sola e disarmata in un posto che ancora le è sconosciuto. Lo sguardo si stabilizza davanti sè, proiettandosi verso il termine di quel vicolo senza ancora poter spaziare agevolmente sul resto della piazza; sono sempre e solo le ombre a circondarla, anticipando i propri passi e proteggendola forse in parte da sguardi indiscreti. Da ogni sguardo, fuorché quello appartenente a chi, nella notte, ritrova una madre e una compagna; e nelle persone che vi si avventurano senza scopi e senza mete, semplicemente delle prede come tante altre. E la rossa ancora ignora totalmente di non essere più la sola a calcare i passi sul selciato, anche perché la propria vista prettamente umana le vieta di rendersi conto della presenza di Donatien almeno sino a quando lui non le sarà praticamente difronte; ed ugualmente, sarà soltanto apparentemente un'ombra confusa come tante. Un gioco della propria mente, per quanto lucida e razionale possa essere di partenza. { Hm. } Andrà a slacciare solo un sospiro appena più pronunciato che fuoriesce dalle labbra sottili, l'incedere che comunque non rallenta portandola ugualmente a prestare un minimo di attenzione in più quando, qualora fosse riuscita a raggiungere i margini della piazza dal lato est, si ritrova davanti ben altro rispetto a quanto si era immaginata. C'è un lampo di delusione a danzarle sul fondo degli occhi verdi, ben visibile, la piega leggermente corrucciata delle labbra lascia sottintendere un vago malcontento. Finisce per fermarsi del tutto, praticamente immobile, ai margini di quella piazza; a tradirla solo il ritmo del proprio respiro, comunque tranquillo ed il pulsare del sangue nelle vene.

DONATIEN [vicolo] il rintoccare degli altrui passi si fa più potente, vicino e non è la razionalità della coscienza che elabora quel suono ma l'istinto del predatore che è impulsivo e incosciente ma non privo di logica, per quanto questa non rispetti l'umano raziocinio. è la logica della caccia che vede, per indubbie ragioni, una Preda ed un Predatore affrontarsi e combattere ciascuno per ritardare l'inevitabile; nel primo caso l'assassinio per mano di colui che la natura stessa gli ha imposto come nemico e, nel secondo caso, il tormento della fame, fors'anche la morte per inedia e consunzione. Non potrà essere il patimento della sete a condurre l'eterno all'ultimo trapasso, questo il vampiro lo sa bene, ma egli conosce anche la Frenesia ch'è la perdita d'ogni ragione, l'annientamento di ogni forma di volontà, la condanna ultima della coscienza destinata a lasciare il posto sol all'istinto della Bestia. Il Basilisco l'ha provata, lontano da queste terre, ed in preda alla fiera s'è sentito tanto invincibile quanto indomabile, in balia dell'animale che alberga nel suo intimo e che di sangue si nutre, il maestro s'è sentito servo...schiavo. E la sua libertà e lì, in fronte a lui ora, nelle sembianze di una giovine che, ignara, avanza. Rossi i capelli che ne incorniciano il volto, rossi come la sua sete, rossi come il fuoco che arde nelle viscere del basilisco, rossi come il sangue. Il passo del maestro rallenta ma non si interrompe mentre lo sguardo di quest'ultimo si concede di sondare ogni lembo di pelle nuda che gli abiti dell'umana intendano svelare. Pelle diafana segnata da una sottile, quanto invisibile ai più, trina di vasi purpurei, pulsanti. Gonfi. Ricolmi. Di una vita giovane e sana. Gli occhi, neri come lo è quella notte, scivolano su quelle fattezze con la rapacità e la prepotenza di chi, semplicemente, pregusta ciò che già gli appartiene e da cui, sol l'attesa, lo divide. Non la volontà, ch'egli potrebbe piegare al suo volere, non lo spazio, ch'è un soffio per chi è dotato dalla natura delle caratteristiche tipiche del sommo predatore...solo l'attesa, solo il tempo, tanto importante per chi, ad ogni battito del cuore, s'avvicina d'un poco alla morte eppure totalmente inutile per Lui ch'è senza vita e senza cuore. Valuterebbe le distanze e, ovviamente, agirebbe solo se queste gli permettessero di raggiungere l'obiettivo come prefissato [< 9 m. celerità II] in quel caso tenterebbe di slanciarsi verso d'ella con la rapidità e fluidità del predatore che incarna [agilità II] e l'intento sarebbe quello di fermarsi ad un solo mezzo metro da lei. piedi paralleli tra loro, ginocchia leggermente flesse, baricentro basso che cadrà, forse, perfettamente a metà dello spazio lasciato tra i calzari. Il braccio dritto che vorrebbe andare ad infilarsi con la medesima celerità [II] ma la precisione ch'egli sa possedere [agilità II] sotto quello mancino della straniera in un movimento che dovrebbe portare il proprio gomito dietro la spalla sn di questa dove si piegherà così che la mano stessa possa giungere, aperta a ventaglio, a prender contatto con la gola della giovine, palmo sulla parte esterna sn. E se così fosse andata, con il benestare di tutti quanti, il Basilisco tenterebbe di sbilanciare l'umana verso la destra di quest'ultima così da andare a far sbattere, con una certa decisione ma quasi nessuna reale forza, la sua schiena al muro [combattimento disarmato I]. Petto contro petto per non incontrar l'inghippo delle sue braccia o dei suoi dinieghi. Mano che, se lì sarà giunta, resterà sul collo in una presa ferrea [vigore passivo II] finalizzata semplicemente ad imprigionarla. e s'ella guarderà in fronte a sè vedrà la Fiera riflessa negli occhi incredibilmente neri del Basilisco. Un baratro senza fine. Il terrore. ed un soffio roco - shhh - pronunciato dalle labbra livide di colui che dovrebbe essere riuscito ad imprigionarla [veggenza I]

NAILA [pressi piazza]Non che ci fossero chissà quali aspettative da parte propria ma è anche vero che si ritrovarsi dinnanzi una desolazione tale, contribuisce a riconsiderare almeno in minima parte l'utilità del proprio tempo trascorsa in queste zone, in questa cittadella. Dopotutto, in quanto umana e mortale, lo scorrere del tempo è qualcosa che le si scioglie tra le dita totalmente impossibile da intrappolare in qualsivoglia maniera; ogni attimo è già passato, il rintocco dei propri passi ha segnato minuti interi che nessuno le restituirà mai più e che l'hanno condotta a calcare questi luoghi questa notte. Completamente sola, completamente in balia di un predatore che vede riflesso in quel corpo altrui soltanto le fattezze di una preda, mera utilità da sacrificare in una notte di caccia uguale probabilmente a quelle di innumerevoli altre, da qui all'eternità. Chissà quanto uguali, quanto diverse - lei, però, è soltanto una ragazza straniera che non prevede minimamente ciò che sta per accadere. Pur concedendosi quei brevi attimi di stasi, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, l'espressione ancora lievemente corrucciata, lo fa senza nulla temere; è chiaro fin da subito dal battito regolare del cuore e del respiro, che alza ed abbassa il petto ad intervalli cadenzati, senza mettere in mostra in realtà le sue fattezze. Libera un respiro uguale a quello di molti altri, un battito di ciglia e lì dove fino ad un momento prima le ombre si scioglievano per terra senza abbracciare nessuna figura, si ritrova ora a posare lo sguardo su una figura sconosciuta - maschile senza alcun dubbio - ma di cui non riesce a registrare nemmeno il minimo particolare o dettaglio. L'esclamazione sopresa che le si arrampica su per la gola non trova concretezza alcuna, bloccata repentinamente da quella mano che raggiunge facilmente il proprio obiettivo premendosi sulla gola dell'umana. E tutto, per lei, accade fin troppo rapidamente tanto da non poter fare niente se non, inerme, lasciarsi spingere con la schiena contro la parete più prossima - quella destra, ma lei stessa probabilmente non se ne rende neanche conto. { ...Ngh } L'impatto, unito all'elemento sorpresa, risulta probabile più notevole del previsto lasciandola vagamente stordita per i primi momenti e totalmente incapace di reagire. Sotto la presa salda del Basilisco, tuttavia, il corpo della giovane si è irrigidito in una tensione muscolare evidente. Quella di un animale braccato, pronto a scattare perché l'istinto di sopravvivenza chiama indipendentemente da quanta forza abbia il tuo predatore che, è chiaro, non ha la minima intenzione di lasciarti andare. Non così, non adesso. C'è un lieve scatto di riflesso, mentre le labbra affatto carnose si schiudono automaticamente alla ricerca d'un respiro che, quella costrizione alla base della gola, non dovrebbe comunque negarle. Lasciandole però dipinta sul viso un caleidoscopio emotivo piuttosto marcato, lì dove la sorpresa iniziale si mischia inevitabilmente alla rabbia ed alla paura - ed è difficile capire quale prevalga. E perché. Animano lo sguardo appena più sgranato, inevitabilmente rivolto in direzione di quel viso che continua per lei ad essere sfumato ed impreciso nei contorni perché a catturarla saranno solamente quegli occhi scurissimi da cui sembra quasi impossibile districarsi. { ... } Muta. Scalzata qualsiasi razionalità, messo a tacere con quell'unica occhiata senza fine qualsiasi istinto ella rimane muta. Non completamente domata, non del tutto, perché il corpo si tende ancora nell'inevitabile desiderio di rivalsa ed in un tentativo, nullo, di sgusciare a quella presa ferrea. Forse finendo semplicemente in realtà per causarsi ulteriore fastidio, evidentemente non abbastanza per invogliarla a darsi una calmata. { L--..asc } Suoni rauchi, faticosi ma che battono a ritmo dello stesso sangue che scorre più rapidamente nelle vene. Con l'ardore di chi probabilmente non è intenzionato ad arrendersi senza prima combattere.

DONATIEN [pressi piazza] La Fiera freme ancora, trema percorrendo ogni, oramai bruciata, via nervosa del corpo del Basilisco pungendo e affliggendo le carni morte per dettar un'impellenza che non è reale ma che origina dalla possessività violenta del predatore che non vuol rischiare di perdere la propria preda. Lì, sotto il proprio petto, carne contro stoffe e stoffe contro viva carne, egli può sentire Lei. Il suo torace che s'alza per cercare un respiro, la gola che si contrae in prossimità del le sue dita per lasciarlo fluire, le labbra che si schiudono al suo passaggio. Lei. Il pulsare di vene e arterie sotto il palmo che ha trovato posto proprio lì, a lato del collo della giovine, dove con maggior invadenza il sangue fluisce, forte della spinta del cuore, pericolosamente superficiale. Lei. Quell'odore di paura eppure quel corpo che, in risposta alla sua prepotente aggressività, si tende e cerca la libertà inconsciamente sollecitando l'urgenza della bestia che d'un gradino affosserà la coscienza nell'ascesa verso il dominio della volontà. Le dita della man dritta si serreranno maggiormente, per un singolo istante, su quella gola per definire, con maggior chiarezza, in quella situazione a chi appartiene il comando. Non per ferirla, semmai per smorzare o spezzare uno dei respiri che vi transitano poichè il Basilisco sa essere quel gesto molto più eloquente di molte parole sprecate. Quando la mano tornerà a rilassarsi, tanto da permetter ch'aria fluisca lungo la gola, solo allora sarà anche tempo per le parole. Proferite ad un soffio da quel viso mentre gli occhi blu di lei troveranno, in quelli del maestro, semplicemente un gelido specchio d'onice in cui riflettersi - perchè vivere? perchè risparmiarti?- e il capo dell'eterno si piega appena verso la propria spalla sinistra in un gesto che dovrebbe ricordar molto quello mosso da un cucciolo curioso. Ma di curiosità, su quel volto, la straniera non ne troverà traccia così come d'alcuna altra emozione umana. Assenza. Alienazione. Privazione. è tutto ciò che il Basilisco concede alla giovane - io, che posso privarti di quanto hai di più prezioso...convincimi a non farlo - concluderà con un tono basso e gutturale, roco. Parole lente, senza tempo. E lì, così, resterà. Fissandola. [vigore II passivo - veggenza I]

NAILA [pressi piazza] La preda ancora si dibatte, imbrigliata in una morsa che non conosce, sottomessa al volere del proprio predatore che ancora non è che un corpo compatto e muscoli definiti che premono contro di sè; dettagli e particolari che pure potrebbe apprezzare se solo se ne concedesse lo sfizio o l'adrenalina le permettesse di cogliere certe sfumature. E invece tutto quello che avverte, oltre al sordo pulsare del cuore, è la presa salda che il cainita continua a mantenere all'altezza della propria gola concedendole tregua quanto basta per respirare, dopo averle spezzato un respiro in gola; centillando le energie necessarie a tenerla vigile e costantemente domata, affinando una violenza che si rivela essere più psicologica che fisica. Gli occhi blu affondano ancora in quelli scuri della belva, senza nessuna parete a cui aggrapparsi e scuri come le ombre della notte che continuano a gravare su di loro. { ... } Non c'è risposta alcuna alle sue prime domande, neanche un grido da soffocare a forza dietro le labbra appena dischiuse stropicciando i lineamenti in una disperazione latente e, di contro, un crescente desiderio di rivalsa. Volontà di non morire. L'unico appiglio a cui tenta di aggrapparsi nonostante la lucidità fredda e razionale in questi istanti venga sempre meno, sopraffatta da istinti prettamente umani che non tardano ad affacciarsi sul fondo e sullo sguardo della giovane. Stravolta, terrorizzata e testarda a tal punto che quella domanda non sarà comunque lasciata senza risposta. Anche se le parole scivolano fuori macchiate da un timbro appena più rauco, faticoso. { Non è.. la.. vita.. } Quanto di più prezioso ch'ella possiede, non è la vita. { Perché.. uccidermi? } Senza sfrontatezza, se non quella manifestata dalla volontà di sostenere lo sguardo altrui - non importa se, a furia di guardare nell'abisso, sarà lui poi a guardare dentro di te.

DONATIEN [pressi piazza, vicolo] sotto le proprie dita ancora vibra la vita, pulsa, tende e rilassa ripetutamente i muscoli della giovin che sembrerebbero continuare, forse istintivamente, a ribellarsi alla staticità imposta dal predatore. Ed egli concede. Minimi movimenti, strappati respiri, ansiti ed, infine, anche la voce. Non muterà il freddo sguardo d'onice che lui le rivolge e nemmeno l'accentuata inclinazione del capo verso la propria spalla sinistra. Tutto permarrà incredibilmente statico come non l'è mai per natura giacchè, ovunque vi sia vita, il tempo scorre e tutto in esso muta ma lì, rapita da quegli occhi neri, baratro d'un esistenza che in quel buio ha trovato la sua morte, ella potrebbe sentirsi a sua volta come sospesa, persa, scollata dallo scorrere naturale del tempo, lontana, proiettata verso un mondo sconosciuto fatto di crudeltà e tangibili ombre. Uno scorcio di quell'oscura verità ch'è un segreto da tacere. Per non morire. E s'ella combatte contro la fiera trovando il coraggio di rivolgerle verbo, non da meno è, in questa notte, il Basilisco che a fatica trattiene la propria bestia e sembrerebbe cercar, proprio nelle parole dell'umana, l'appiglio per risalire lungo la china e raggiunger la vetta della propria coscienza per ristabilire l'equilibrio tra la propria natura e la propria volontà. La sente. le parole parrebbero scivolare, inascoltate, come una goccia d'acqua su quel levigato specchio d'onice che è lo sguardo dell'eterno eppure non è così. Egli assimila, concepisce e, silente, attende. Che la voce rauca della viandante vada a morire nell'aria fredda della notte. La bestia non si domanda mai perchè, Essa agisce, impunita, così come l'istinto detta le corde che quelle parole si spingon a pizzicare non son quelle dell'essenza della fiera bensì della ragione. Coscienza che riemerge, faticosamente, esplicitandosi in un singolo battito di ciglia per poi riaffondare vigorosamente nell'oscurità assoluta. La fiera è forte, questa notte, e non sembrerebbe esservi spazio per altre parole. Almeno per ora. Se riuscirà, dunque, il Basilisco, il cui capo già si trova chino verso sinistra, saetterà fiondandosi tra collo e spalla della giovine lì dove le dita della propria mano non giungono e dovrebbero lasciare la gola scoperta e offerta. Se vi riuscirà affonderà le zanne e senza attender oltre nutrirà, con un primo energico fiotto, la fiera. Un oscuro bacio violento e possessivo eppure è con una decisione e destrezza figlia dell'esperienza e della conoscenza che l'eterno violerà quelle carni li dove con minor offesa può trarre il maggior beneficio. Se le parole dell'umana sapranno o no frenarlo quando la vita di quest'ultima inizierà a scivolar via...ancora non è dato saperlo. [vigore II passivo, celerità II, agilità II, SUZIONE I]

NAILA[pressi piazza] Non importa dove sia stata, cosa sia successo, cos'abbia visto prima di giungere qui. E scegliere di oltrepassare le mura di questa cittadella che tutto ciò che le hanno offerto, sino ad ora, è una morsa dolorosa e uno sguardo d'onice apparentemente sordo a qualsivoglia reazione. S' trovata costretta con la schiena alla parete, la forza d'uno sconosciuto a gravarle addosso senza ch'ella possa nulla per ribellarsi alla sua forza. Tanto fisico, quanto magnetica - quello sguardo scurissimo e profondo che non sembra lasciarle nessuna tregua strappandola violentamente da qualsiasi pensiero. E trascinandola, proiettandola in qualcosa di ben peggiore e che probabilmente mai avrebbe osato immaginare - non così. E' diventato persino difficile sciogliere qualsiasi contatto, concedendosi il minimo battito involontario delle palpebre anche quando il capo del cainita permane inclinato di lato in quell'atteggiamento di curiosità gelida e terribile. Nel silenzio che continua a dilatarsi tra loro, inframmezzato dai respiri accelerati di lei sulla scia del battito del cuore sempre più accelerato; le membra ancora non conoscono riposo alcune, una tensione costante e continua che finisce irrimediabilmente col scontrarsi con la staticità altrui contro cui non ha alcuna speranza. Pur, forse, non avendoci neanche provato coerentemente affidandosi alla parola invece che all'azione. Non è neanche detto che una risposta concreta in qualche modo se l'aspetti, giacchè il fondo di quegli occhi scuri e senza fondo paiono inghiottirla totalmente divenendo l'unico punto fermo e l'ultimo baluardo concesso alla giovine, prima che i canini della fiera lacerino la pelle traendo giovamento dal proprio sangue. Il morso è una prima stilettata violenta in grado di strapparle l'eco maldestro di un grido dalle labbra dischiuse, spingendola allo stesso a reagire portando le mani ad aggrapparsi al corpo che le grava ancora addosso. { ... } La sx a chiudersi sul braccio dx altrui poco sotto il gomito, l'altra ad impattare quasi alla cieca contro il corpo della belva stropicciando la stoffa tra le dita all'altezza dello sterno. Il pulsare sordo di quella lacerazione all'altezza della gola, qualcosa ch'ella non può vedere ma soltanto filtrare tramite i propri sensi e senza possibilità alcuna di compararla con qualsiasi altra umana esperienza, la stordisce ulteriormente e le membra tornano ad irrigidirsi, tese, per qualche altro istante ancora dibattendosi debolmente prima che siano ben altre sensazioni a sopraffarla lasciando che la propria lucidità venga sempre meno ogni secondo che passa, ogni battito del cuore che pulsa il proprio sangue direttamente tra le fauci della belva.

DONATIEN [pressi piazza]Ed ella lotta. Le mani di lei riusciranno nell'intento di afferrarlo ma, probabilmente difficilmente, saranno capaci di allontanarlo. Alla mortale forza ch'ella potrebbe generare il Basilisco risponderà con la propria, se riuscirà, completa staticità [forza I- vigore passivo II] . E se il morso giungerà a realizzarsi allora il divincolarsi della viandante non avrebbe, verosimilmente, più alcun senso. Metallica densa linfa di vita. Perchè per così tanto tempo se ne è privato?Proporzionale sembra essere il godimento al desiderio dell'attesa e questo vale tanto per le mortali necessità quanto, se non di più, per quelle che non appartengono più all'umanità. La fiera s'abbevera alla fonte della giovinezza eterna e non pare per nulla saziata, anzi, scalpita per imporre un'urgenza esasperata e straziante violentando, nell'intimo, la coscienza del basilisco tanto quanto egli è impegnato a violare le carni della straniera. Ancora sugge, strappando calore e vita a quel corpo, sangue e volontà, perdendosi nel piacere inebriante della supremazia esercitata sulla propria preda. E lì, nel silenzio pregno dei lamenti che furono e saranno, una voce riemergerà dalle viscere della coscienza ferita per raggiungere la ragione "perchè uccidermi?" solo una mente estremamente acuta o totalmente folle porrebbe una simile questione a chi non sembra affatto mosso dalla razionalità ma più da un immotivato malato istinto. Eppure Ella ha osato, nella sua ingenuità o caparbietà, quella straniera sfida la fiera nell'unico modo capace di zittirla, richiamando alla ragione motivazioni e conseguenze, la logica e causa. Di nuovo suggerà il Basilisco, se potrà, questa volta con minor impeto ma uguale profondità mentre sotto le mani della donna su di lui saranno i suoi muscoli a contrarsi non come conseguenza della reazione dell'umana bensì in risposta a quella fiera che vorrebbe tutto e subito. Quella bestia che esige sangue tanto quanto morte ... senza sapere il perchè, senza domandarsi nulla che non sia la distanza dalla prossima preda. Primitivo stolto e disgustoso istinto. [suzione II]

NAILA[pressi piazza] Ed anche se il proprio tentativo è andato a buona fine ed ella ha trovato appiglio contro il corpo del Basilisco, non ci sarà sufficiente forza atta a fermarlo ed allontanarlo da sè liberandosene in modo da mettere fine a questo tormento. La stretta è tanto forte quanto perfettamente inutile, se non nella misura in cui le permette di non scivolare totalmente inerme sopraffatta dalla fame della bestia che continua a nutrirsi sottraendole le forze. A quale scopo? Perché poi trascinarla in un baratro da quale non sarà più possibile riemergere, a meno che non sia la stessa fiera a deciderlo? Quando di contro la propria preda altro non fa che annaspare, in un rincorrersi di respiri e lamenti così fiochi e deboli che probabilmente non attireranno l'attenzione di nessuno permettendo alla fiera di nutrirsi ancora. Ha smesso di dibattersi, forse persino la presa s'è allentata ma ancora non ha lasciato scivolare via del tutto le mani dal corpo altrui permanendo in quella posizione senza costringerlo ulteriormente a domarla con la forza - non più di quanto abbia già fatto fino a questo momento. La straniera continuerà ad essere inebriata e travolta da sensazioni a cui non sa donare alcuna spiegazione, alcun nome - se non che pare essere via via terribilmente più bello e dolce lasciarsi andare perdendo qualsiasi contatto con la realtà; ad accompagnarla, forse e soltanto lo specchio profondissimo di quegli occhi scuri che adesso gli vengono negati giacché la belva sta ancora pretendendo da lei qualcosa che la rossa è ancora in grado di donargli senza rimanerne del tutto vittima. Ignara di aver, forse e in parte, spinto la belva alla ragione non ha modo ora come ora di tornare a parlare sopraffatta da quanto sta accadendo. E che pure, probabilmente, non riesce a spiegarsi lucidamente se non nell'insesatezza di una fine così - vuota e senza nessuno scopo, nessuna logica. Nessun sacrificio. Ma caparbietà e volontà di capire, tornando a schiudere le labbra accompagnando l'ennesimo respiro e qualche parola - bassa e un po' rauca. { P-..Perchè } Scevra di qualsiasi intonazione interrogativa, ma abbastanza chiara perché possa scivolare fino all'udito di Donatien. Tornando a stringere appena appena la presa su di lui, per quanto probabilmente egli non arriverà mai a cogliere la differenza, non sprecando alcun fiato per lanciare grida d'aiuto alla notte. { Dimmi.. perché. } Non è neanche totalmente sicura di riuscire a comprendere esattamente quello che sta succedendo, quello che le sta facendo - soprattutto perché. { Cosa.. speri.. } Altre parole, inframmezzate da respiri andando a strusciare fastidiosamente la nuca contro il muro alle proprie spalle inclinando quindi il capo quanto basta, forse, per provare a strusciare la tempia contro i capelli altrui. { ..speri di ottenere. } Vuole un motivo, che se proprie deve morire almeno che abbia un senso.

DONATIEN [pressi piazza]ella non sembra più contrastarlo, non pare nemmeno volerci ancora provare. Forse neppure potrebbe ma nel momento stesso in cui il Basilisco avvertirà, inizialmente, la cessazione d'ogni risposta da parte del corpo della viandante, in quell'istante stesso comprenderà quanto misera sarebbe la soddisfazione d'abbandonarsi ai vezzi della propria fiera soggiogando e vincendo chi, per natura e destino, non può in alcun modo opporsi o confrontarsi con colui che è stato scelto dall'oscuro sangue immortale. Sugge ancora, accondiscendendo al volere della fiera prima che questa ritorni a celarsi lì, in profondità, nel limbo che il Basilisco le ha destinato. Muta e silente. La mano destra che, nelle intenzioni, lascerà il collo della viandante per scivolar giù, sul retro, tra il muro gelido e le spalle di lei. Al gomito, che si troverebbe di già sotto il braccio sn dell'umana, dovrebbe essere consentito discendere così che l'avambraccio possa giungere a porsi trasversalmente all'altezza delle reni della mortale con la mano dx che, nelle intenzioni, si stringerà solidamente al fianco dritto di lei, a lui speculare. Per sorreggerla. Semplicemente. E quando il capo dell'umana si muoverà il proprio farà lo stesso, la lingua detergerà la ferita rimarginandola completamente, concedendo a quella cute di guarire e alla traccia dell'abominio che s'è appena compiuto di svanire quindi il volto si alzerà e forse non saranno i propri capelli a trovar contatto con la sua tempia ma le labbra umide dell'eterno che su quella pelle depositeranno un inaspettato leggero bacio. Materno nelle forme. Spaventoso nel significato. Quindi le gambe dell'immortale si piegheranno accompagnando a terra l'umana, ponendola seduta, se sarà possibile e il ricordo di quelle parole che precedettero il bacio si fonderà con l'eco di quelle ora da lei realmente espresse. La mano sinistra, libera, vorrebbe arrivare a sfiorarle il mento per alzarle lo sguardo quanto basterebbe ad incontrare nuovamente il suo e questa volta, occhi negli occhi, il Basilisco tenterebbe di scavare in quella mente raggiungendo ciò che è già divenuto ricordo, ciò che appartiene al passato prossimo ma ancora pulsa di dolore nell'animo. [suzione III - dominio I/II]

NAILA[pressi piazza] E' impossibile determinare quanto tempo sia oramai passato dacchè il basilisco l'ha designata a preda della nottata, anche per lei ch'è soltanto un semplice essere umano in questo frangente il tempo non ha nessun significato. Non scandisce i ritmi di una vita che il basilisco questa sera ha deciso di risparmiare, ma semplicemente li intrappola così - in questo momento. Lasciandola stravolta anche quando la lingua altrui andrà a detergere la ferita rimarginandola del tutto e non lasciando nessuna traccia di ciò che è appena avvenuto. Tranne forse il sordo battito del cuore ed il dolore dell'animo, privo di risposte e spiegazioni, tanto da rimanere quasi totalmente inerme tra le braccia altrui assecondando ogni suo movimento. Allenterà qualsiasi stretta, sbattendo appena le palpebre dietro lo sguardo appena lucido senza riuscire comunque a rimettere a fuoco alcun contorno e dettaglio preciso; anche lì dove l'eco delle proprie domande si rincorre senza risposta concreta, tranne per un bacio leggerissimo all'altezza della tempia che forse in parte potrebbe pure essersi immaginata. Difficile da stabilire. Difficile appigliarsi a qualsiasi cosa, fossero anche quegli occhi scurissimi simili ad un pozzo senza fondo che adesso tarda ad incrociare, almeno sino a quando, ritrovandosi seduta senza neanche comprendere esattamente come ci sia arrivata, il Basilisco le solleva appena il mento cercandola. E questa volta non avrà bisogno di nessuna imposizione, nessuna forzatura evidente lasciandola ancora una volta spogliata di qualsiasi difesa davanti a qualcuno in grado di forzare la propria mente accedendo ai propri ricordi. Le labbra sono dischiuse in un respiro appena più affaticato e rapido del normale, che tuttavia non anticipa adesso nessuna domanda e nessuna richiesta di spiegazioni - solo silenzio. E forse uno sguardo troppo grande, ugualmente sempre caparbio e combattivo perché il cainita dovrà probabilmente esercitare una pressione appena più marcata per intrappolare il mento della ragazza in quella posizione ed evitare che sfugga al suo controllo. Permettendosi quindi in incrociare i suoi occhi, senza svicolare altrove, ritrovandosi quasi dal nulla a risprofondare in quel buio senza esser riuscita a prendere sufficiente aria per respirare. Le braccia abbandonate lungo i fianchi si flettono appena, permettendo quindi in caso alle dita della mx destra a stringersi nuovamente contro l'avambraccio opposto altrui tentando di serrare appena la presa affondando le dita nella carne in una pressione che, per i sensi dell'immortale, risulterà pressochè minima ed inesistente.

DONATIEN [pressi piazza] gli angoli delle labbra s'alzano lievemente e quest'ultime parrebbero quasi rispecchiare un'ombra di sorriso, tagliente, inquietante, ma pur sempre un sorriso mentre le proprie dita si chiuderebbero più efficacemente, se riuscissero, su quel mento [vigore II passivo] per mantenerlo intrappolato tra esse affinchè il contatto tra i loro sguardi non venga interrotto. Scaverebbe ancora, il Basilisco, nell'intimo dell'essenza della viandante tentando di valicar l'orizzonte del conscio per affondar nell'inconscio e afferrar, oltre tutto ciò ch'è puro ricordo, anche ciò ch'è emozione, sensazione, percezione tutta di questa strana notte da parte dell'umana. E se lì riuscisse a spingersi allora probabilmente colei che s'è rivelata, inaspettatamente, una combattente non avrà più modo di sottrarsi al volere dell'eterno e, per la seconda volta, non nelle carni ma pur sempre nell'intimità del proprio sè, verrà vinta e violata contro la propria volontà. Parole. Che ipnotiche risuoneranno nell'aria spegnendosi troppo presto per esser udite da altri, sussurri bassi e rochi, ruvidi ma capaci di trascinare e guidare piacevolmente la mente della giovane e la sua ragione lungo eventi mai avvenuti ma ch'ella dovrebbe percepire come pura tangibile realtà. l'unica mai avvenuta in quella notte - La conoscenza è avere la risposta, viandante...l’intelligenza è avere la domanda giusta. Tu mi hai dato entrambe, in questa notte perciò ti ho risparmiato ma non ricorderai nulla di quanto avvenuto. Non posso permetterlo. Per te, al tramontare del sole, è giunta l'ora di lasciare il tuo giaciglio per recarti in piazza. Quì sei stata aggredita da un uomo che, la tua forza e la tua ostinazione, hanno saputo respingere ma il tuo corpo ne ha risentito, da questo la forte debolezza che avvertirai quando t'alzerai. - le labbra si premon tra loro in una specie di glaciale moto d'incertezza prima che la voce riprenda a toccar corde nascoste che trasformano la melodia in realtà - passando in fronte all'ampio portone della fortezza posta a nord-est della piazza hai notato il pentagramma e hai avvertito la necessità di tornare in quel luogo...a cercar risposte a porre le tue domande- concluderà certo di aver indirizzato un intelletto degno verso l'unico luogo, a suo parere, ove trovar sagge risposte ad altrettanto sagge domande. Detto questo s'alzerà fluidamente e, così come lì è giunto, altrettanto velocemente s'allontanerà. Cosa v'è di più prezioso della vita stessa? Donatien ha risposto a questa domanda molto tempo prima...chissà qual'è la risposta della viandante e chissà se vi sarà Tempo e Luogo per scoprirlo. [dominio II/II]

NAILA[pressi piazza] Nonostante l'accenno di una resistenza iniziale, la presa del Basilisco si rivela essere sufficientemente forte da costringere la ragazza a mantenere il contatto visivo permettendogli di accedere nella mente di lei per modificare le tracce di quello che è appena successo. Il proprio respiro è tornato normale e così il battito del proprio cuore, la stanchezza che impregna le membra invece scioglie ogni tensione accomulata negli ultimi minuti. O forse ore, lo scorrere del tempo è ancora abbastanza incerto. Nuovamente ci sono solamente quegli occhi a spogliarla di qualsiasi difesa, l'acceso semplicissimo alla propria mente permettendo a quella voce - a quelle parole - di incidersi stabilmente sostituendo ricordi e momenti con ben altri, senza lasciarle il minimo spiraglio di possibilità di comprendere ciò che è successo. Rimane seduta, la schiena ancora addossata al muro alle proprie spalle, permettendo alle parole di Donatien di divenire l'unica realtà tangibile avvenuta questa notte. { ... } Nel silenzio che segue, molto probabilmente neanche s'accorgerà dei movimenti del cainita e del suo allontanarsi dal luogo lasciandola così nuovamente sola come l'ha trovata. Un battito di ciglia, prima di rimettere a fuoco i contorni anche solo in parte grazie alla luce della luna che le permette di capire, un po' faticosamente, dove si trova. Ed accertarsi nell'immediato che nei dintorni non vi sia più nessuno, per quanto non sappia ricordare nulla dell'uomo che l'ha aggredita. Puntellando una mano a terra, la dx, e la sx contro la parete cercherà di mettersi in piedi usufrendo del sostegno necessario e slacciando un respiro più ampio e regolare. Il cappuccio verrà tirato senza troppa gentilezza direttamente sul viso, celandone totalmente le fattezze e rendendola altro che un'ombra appena più nitida in un vicolo ai margini della piazza. La stanchezza s'è impressa a forza nei lineamenti tirati della giovane, senza però offuscare del tutto gli occhi blu ancora animati dalla stessa combattività che Donatien ha conosciuto poc'anzi in un scontro tra preda e predatore; lo stesso scontro da cui lei stessa è assolutamente convinta d'essere uscita vincitrice. Ne viene comunque che non è ugualmente saggio sostare a lungo in queste zone, imbrigliando la curiosità che la spingerebbe a trascinarsi fino al portone della fortezza ancestrale, per deviare piuttosto in direzione del proprio giaciglio - almeno per questa notte. E, nei prossimi giorni, lasciarsi guidare alla fortezza cercando risposte alle proprie domande.
.donatien.
00domenica 22 novembre 2015 00:29

RIASSUNTO:
Donatien esce a caccia, incontra la povera Naila e l'assale senza mezzi termini imprigionandola e minacciandola, seguendo l'irrazionalità della fiera che ha una grossa influenza su di lui questa notte [parto da 0 punti sangue].Una domanda che gelerebbe chiunque ma a cui, inaspettatamente, la viaggiatrice replica con lucidità e astuzia placando l'ira della bestia ma non la sua fame. Donatien si nutre di lei ed, in seguito, modifica i suoi ricordi lasciandola al destino che l'attenderà da lì in poi.



DA APPROVARE:

Donatien:
Donatien sugge per 3 turni e acquisisce 12 punti sangue.
Spende 1 punto sangue per utilizzo di DOMINIO II.
Ne rimangono 11, supero abbondantemente i 5 (che, se ricordo bene, dovrebbe essere il massimo)

Naila:
Perde 60 punti salute.

Per quanto mi riguarda è più che coerente che, per qualche giorno, le resti un livido al collo dato che viene trattenuta per la gola con vigore II passivo mentre, anche se debolmente, si divincola. Fa sempre gioco...ma la parola al master. [SM=g27811]

I suoi ricordi dovrebbero essere stati modificati in questo modo.
- La conoscenza è avere la risposta, viandante...l’intelligenza è avere la domanda giusta. Tu mi hai dato entrambe, in questa notte perciò ti ho risparmiato ma non ricorderai nulla di quanto avvenuto. Non posso permetterlo. Per te, al tramontare del sole, è giunta l'ora di lasciare il tuo giaciglio per recarti in piazza. Quì sei stata aggredita da un uomo che, la tua forza e la tua ostinazione, hanno saputo respingere ma il tuo corpo ne ha risentito, da questo la forte debolezza che avvertirai quando t'alzerai. - le labbra si premon tra loro in una specie di glaciale moto d'incertezza prima che la voce riprenda a toccar corde nascoste che trasformano la melodia in realtà - passando in fronte all'ampio portone della fortezza posta a nord-est della piazza hai notato il pentagramma e hai avvertito la necessità di tornare in quel luogo...a cercar risposte a porre le tue domande-


COMMENTO
Grazie alla Player di Naila che si è prestata e mi ha permesso, in piena coerenza, una giocata un po' molto vampiresca e fuori dalle righe in cui, pur dovendo ricoprire una parte un po' "passiva" ha saputo farsi spazio e mettere perfettamente in luce il carattere del suo pg. Io, dal canto mio, ho cercato di giocare coerentemente la caccia di un vampiro che possiede punti sangue 0. Ne è venuta fuori una bellissima giocata e altri spunti! Alla prossima! [SM=g27811]
ALIAS.ALIAS
00martedì 24 novembre 2015 16:09
GDR APPROVATO


DA APPROVARE:

Donatien:
Donatien sugge per 3 turni e acquisisce 12 punti sangue.
Spende 1 punto sangue per utilizzo di DOMINIO II.
Ne rimangono 11, supero abbondantemente i 5 (che, se ricordo bene, dovrebbe essere il massimo)

Naila:
Perde 60 punti salute.

Per quanto mi riguarda è più che coerente che, per qualche giorno, le resti un livido al collo dato che viene trattenuta per la gola con vigore II passivo mentre, anche se debolmente, si divincola. Fa sempre gioco...ma la parola al master. [SM=g27811]

I suoi ricordi dovrebbero essere stati modificati in questo modo.
- La conoscenza è avere la risposta, viandante...l’intelligenza è avere la domanda giusta. Tu mi hai dato entrambe, in questa notte perciò ti ho risparmiato ma non ricorderai nulla di quanto avvenuto. Non posso permetterlo. Per te, al tramontare del sole, è giunta l'ora di lasciare il tuo giaciglio per recarti in piazza. Quì sei stata aggredita da un uomo che, la tua forza e la tua ostinazione, hanno saputo respingere ma il tuo corpo ne ha risentito, da questo la forte debolezza che avvertirai quando t'alzerai. - le labbra si premon tra loro in una specie di glaciale moto d'incertezza prima che la voce riprenda a toccar corde nascoste che trasformano la melodia in realtà - passando in fronte all'ampio portone della fortezza posta a nord-est della piazza hai notato il pentagramma e hai avvertito la necessità di tornare in quel luogo...a cercar risposte a porre le tue domande-



Naila recupera i punti con una giocata di riposo, la stessa in cui avrà il livido leggero sul collo, da postare alla mia attenzione in sezione cure pg.
Grazie
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