[Foresta di luce] "E' una proposta?"

Lucrezia Shirokokoro Ciccolella
00martedì 23 agosto 2016 00:22
Draugceleb - Etain - Gianpher
RIASSUNTO

Bisogna prendere il necessario per rimanere sulla terra ferma qualche giorno e di ritorno dalla propria dimora, l'elfo è in radura e lì, incontra due umani. Il primo è Gianpher, vecchio supremo dei cavalieri, e la seconda, è Etain, presenza silenziosa ma che ascolta tutto e annota. Nel colloquio breve, si chiede della locanda di Filippa per trovare una stanza per la notte e si riceve risposta, ma si chiede anche un ritorno e a quanto pare la risposta sembra essere positiva o in ogni caso, sul cammino per esserlo. Ci si lascia con brevi saluti.

COMMENTO

Grazie molto ad entrambi, ad Etain per questo pg tutto a se, da un senso di non so che, che mi è piaciuto e anche a Gianpher, ti riporterò in magione muahahah. Bella role proprio, poche parole, ma cariche di significato per tutte e tre le parti. Ci si trova in on. [SM=g27838]

REGISTRAZIONE

GIANPHER [sentiero verso radura] Il passo del britannico è lento, non ha fretta.Procede appiedato,la mano destra guantata stringe le redini di Skail che al passo lo segue docile dandogli il fianco mancino.Non si defila lungo quella lingua di terra battuta che si snoda tra alte cime e grovigli di verdeggianti cespugli anzi lascia che la luce lunare che penetra tra le cime frondose palesi la sua presenza ad eventuali occhi estranei che egli sà bene potrebbero seguirlo dal folto.Di tanto in tanto sussurra qualche parola al fidato equino come in una passeggiata tra vecchi amici.

DRAUGCELEB [radura] E' quasi ora di recarsi sulla terra ferma, ha preso ciò che gli serviva l'areldar perchè quel viaggio possa essere utile su diversi fronti e non sprecare il tempo e i suoi momenti preziosi. L'argentea e marmorea figura è ben visibile in questa notte di luna, mentre osserva parte della radura, quasi a salutarla, forse per sempre, o comunque per diverso tempo. Tunica nera di fattura elfica, pregiata, la lunga, che pende sul fianco sinistro e gli anelli dei genitori sempre con se. Tutto lascia trasparire che la figura che si palesa in quel placido pezzo di foresta, sia quella di un immortale, ma non ha nient'altro con se ed effettivamente nemmeno un bagaglio perchè ciò che è venuto a prendere è facilmente trasportabile senza la necessità di una sacca in pelle o di oggetti simili. Ci sono cose da fare, da ponderare e decisioni da prendere in effetti, ma per il momento, rimanda sempre se così si può dire dato che la mente degli eterni è così abile, da muoversi verso diverse direzioni, percorrendole tutte e in egual misura. Ma la tranquillità del momento, viene compromessa dalla presenza di due figura, un uomo dal respiro pesante e un cavallo, dal respiro diverso, ma altrettanto pesante. Portano odori diversi, di terre diverse e aspetterà che si siano avvicinati e che possano quanto meno scorgere la sua figura per rimanere silente, con lo sguardo e il volto che portano le fattezze e l'altezzosità dei primi, aspettando. (senso sviluppato)

ETAIN [sentiero]Una giovane donna stanotte vaga da sola per la foresta. Il leggero frusciare del vento tra le fronde, il canto notturno degli uccelli e nient'altro... se non rumore di zoccoli in lontananza. poco più avanti, sul sentiero? rallenta il passo la donna. Esile, silenziosa, avvolta nella sua veste anonima, straniera in terra straniera...

GIANPHER [radura] Abbigliato con panni consoni al caldo clima dell'Isola, una blusa di velluto scuro e robuste braghe, stivali da Cavaliere e mano sinistra che va per abitudine a stanziare sul pomolo di una lunga al fianco sinistro che oscilla ritmica seguendo la cadenza del passo.I sensi sembrano aprirsi per carpire fruscii occultati dalla notte e dalla folta vegetazione attorno, vita che si muove nonostante il buio e che protesta per quella sua invadenza ora con il bubolare di un gufo o con lo scatto fulmineo di una lepre verso un più sicuro riparo.La via battuta è conosciuta dal britannico, per anni ha percorso quel sentiero, anche quelli poco conosciuti, teatro di tante storie che sperava, un giorno, di raccontare ai suoi eredi.Giungono così, cavallo e cavaliere appiedato, a quella che sembra la fine del sentiero che invita all'aprirsi della radura ed è proprio giungendo in quel luogo che Skail si blocca, lo zoccolo anteriore destro che batte al suolo e la pecea testa che si scuote con uno sbruffo...aguzza lo sguardo il britannico scorgendo il perchè di tanta diffidenza dell'equino, una figura immota sembra quasi attenderlo al centro della radura, è ben in vista e verso quella sagoma che ancora l'umana vista non coglie nei particolari, avanzano.

DRAUGCELEB [radura] La diffidenza del cavallo che si ferma, è qualcosa che l'areldar aveva immaginato. Morgor non si lascia avvicinare da nessuno se non da lui e così è anche per l'essere cavalcato, e la mente dell'immortale raccoglie le fila dell'animale instillando in lui sicurezza e calore. [*Mae govannen.* (ben trovato)] Le parole vengono rivolte tramite quel contatto proprio solo dei primi, nessun'altro sarà capace di udirle e di certo adesso sarà più facile per il cavallo fidarsi ed avvicinarsi e i lineamenti dell'immortale si distendono nell'osservare il cavallo per poi puntarsi in quelle dell'uomo. (sussurro di Manwe) Alto per quelli della sua razza, antico oltre ogni modo alla stessa maniera. Forse è coetaneo di Seahorn, oppure no, ma di certo, ha passato quella che è la giovinezza per gli uomini. Altri passi si sovrappongono ai primi dal sentiero alle spalle dell'umano, e un respiro più leggero. Sembra che la foresta voglia fargli incontrare più di qualcuno questa notte. (senso sviluppato) [Sid et gloria edain. (umani)] C'è tempo per le domande e per il momento si limita a classificarsi come l'appartenente ad una congrega oltre che membro degli eterni, perchè il volto sereno, e le sue orecchie, lo dicono a tutti, non nasconderebbe mai chi è e nemmeno le sue cicatrici sul volto, retaggio di antichi eventi e uomini.

ETAIN [sentiero -> verso radura] Continua a camminare la giovane donna. Un manto scuro come la notte tenterebbe di nasconderla ad occhi indiscreti, il passo che tenterebbe di farsi leggero, lento e misurato, maldestro tentativo di celare la sua presenza. Straniera in terra straniera, per la prima volta sull'isola si cui tanto si narra. Pare s'apra una radura in fondo al sentiero, i raggi lunari accarezzano le fronde degli alberi, i cespugli, il terreno e il suo soffice manto erboso. E' tutto così incredibilmente bello qui... etereo quasi. Un passo, un altro ancora. Gi zoccoli in lontananza paiono essersi fermati. Silenziosa, nascosta dal pesante manto scuro - invero poco adatto al clima dell'isola - la giovane donna prosegue lungo il sentiero fino al suo termine, nella radura. Non ha paura Dhaut, non mostra paura. Sentirebbe rumori ovattati, si sa, nel bosco vi son sempre rumori. Sentirebbe forse suoni, eco lontana di voci. E qualcosa le parrebbe di vedere appena giunta alla fine den sentiero. Tanto che qui il passo fermerebbe. Ombre, scure e dense come di carne, ombre al centro della radura, baganti dalla pallida luce della luna. Un uomo, un cavaliere? e un altro forse? Si ferma, immobile attende, ascolta, osserva. Ospite inattesa e magari indesiderata, si fermerebbe per osservare, per capire prima di avanzare ancora. E sotto le vesti, con la mano destra andrebbe a cercare l'impugnatura dello stiletto... senza trovarla. Abitudine, riflesso. Ma si è disarmati su questa terra. Si blocca osserva, attende...

GIANPHER [radura] Rimane sempre sorpreso e affascinato dalla capacita del Nobile Popolo Areldar di essere un tutt'uno con la Foresta.Sembra che l'armonia silvana del luogo abbia concertato attorno a quell'alta e armonica figura la crescita di ogni ramo, ogni fronda per esaltarne la presenza.Ma sa anche della loro diffidenza verso gli Uomini, spesso scambiata per altezzosa superiorità razziale [Sid et Honor...] risponde quasi inconsciamente con quel saluto che per diritto gli apparteneva mentre s'avvicina di qualche passo lasciando poi un paio di metri di cortese distanza, allentando le redini di Skail che mogio s'allontana andando a brucare per la radura..[sid a voi Ser..] rimanda nuovamente quasi a voler rimediare al saluto di prima che più non gli appartiene [è sempre un onore incontrare un Cavaliere di Avalon..] continua per poi zittirsi, sguardo su volto dai lineamenti quasi immoti e squadrati incorniciati da una barba ora curata e da folti capelli ribelli striati dal tempo [il mio nome è Gianpher di Lambay ..] conclude con tono cheto.


DRAUGCELEB [radura] Sente l'umano nascosto e la cosa non gli piace e affila i sensi e i tratti dell'areldar. Non potrebbe ancora dire che è una donna, tuttavia i suoi passi sono leggeri, eppure ben udibili ai sensi di chi è immortale. Quindi darà voce ai propri pensieri, trovando la mente e la coscienza della giovane, sentendola assieme a quella più vecchia dell’uomo che ha di fronte a se e a lei lascerà un messaggio. [*Perché ti nascondi nell’ombra? Io so dove sei, posso vederlo.*] Ed effettivamente è così, la luce sarebbe bastevole e in ogni caso, percepisce perfettamente quanto lontano disti, grazie al frusciare di vesti e respiri. (sussurro di Manwe/ senso sviluppato) E poi, il suo sguardo viene catturato dalla bocca dell’uomo, che pronuncia quelle parole e le luci cangianti degli occhi dell’areldar cercano quelle dell’uomo. [Un cavaliere, un’umana ed uno probabilmente di ritorno spero.] Da voce alla presenza della donna, alzando la voce perché possa essere udito, senza però gridare, così che anche l’altro ne sia cosciente. [Draugceleb, cavaliere esploratore.] Si presenta con un breve inchino del capo, cercando di comprendere chi abbia di fronte perché non ricorda il suo nome, non lo ha sentito prima di questa sera.

ETAIN [radura] Parole portate dal vento, lontane, ovattate, leggere come piume, incomprensibili ad orecchio umano a quella distanza. Inspira per un attimo la giovane straniera. Sola, disarmata in un ambiente sconosciuto. La leggendaria isola delle mele. La mano destra si allontana dal fianco ove di norma dien celato uno stiletto, va a stringere l'orlo del pesante, inutile mantello, una coperta fatta di notte per nascondersi alla vista, nient'altro. Un ultimo attimo di pausa, poi riprende a camminare. Lentamente. Passi lenti e misurati... e poi quella voce. Una voce che risuona direttamente nella testa. Si blocca, a pochi metri dal gruppo. Una voce che risuona nella mente? sorride, sarcastica. impossibile, le tenebre giocano brutti scherzi... e riprende ad avanzare portandosi vicina ai due, s' che ala luce della luna ben possano vedere la sua figura e lei le loro. ''sal.. sid. Sid signori. E' questo il saluto di queste terre giusto?'' un leggero sorrisetto, malizioso, il passo misurato ostenterebbe calma, tranquillità. LE parole vorrebbero suonare musicali e placide... a dispetto del cuore che in petto le balza, sola, straniera in terra straniera. tenterebbe di mascherare la sua paura.

GIANPHER [radura] [*un Esploratore..] ed il pensiero del britannico non può che correre al Fratello di un tempo, a ser Fabrox , suo tutore e compagno di tante avventure. Il britannico non è certo uno sprovveduto, carpisce da un breve lampo negli occhi algidi dell'Elfo un attimo di curiosità forse mista a diffidenza [il mio saluto non è immotivato e non millanto credito..anch'io fui servitore del Codice su quest'Isola sino a divenire il Primo Cavaliere della Magione..'' Una voce di donna alle sue spalle andrebbe a interrompere il suo dire.Si volge a poter catturare con l'iridi il giungere della terza presenza.]

DRAUGCELEB [radura] La donna si mostra e di fronte ha un vecchio supremo della magione, con troppa facilità scompaiono dalle due terre in effetti. Osserva entrambi, analizzandoli, cercando di comprendere chi siano in effetti e cosa vogliano a quest'ora sull'isola. Tra gli uomini corvo, la minaccia della guardiana e molto altro, non ci si può fidare delle parole di chi ora giunge al consiglio dell'eterno. [Una carica quanto mai volubile.] Un commento affilato, ma che troppe volte ha visto divenire realtà, al comando, si tende a dimenticare di essere stati prima lungo la via che altri hanno prima intrapreso e si cade nell'indifferenza, un problema che molti uomini devono affrontare. Subito passa all'altra donna, ripetendo la domanda e facendo il proprio dovere. [Si, sid è il saluto di queste terre. Perchè vi nascondevate nell'ombra? Chi siete?] Con lentezza pone le domande tornando a guardare ora l'uomo ora la donna, alla magione servirebbe il ritorno dei vecchi. Sono troppo pochi e ciò non giova a nessuno che a loro si rivolga.

ETAIN due uomini dunque. Saluti sconosciuti, stranieri. Codici e cavalieri, onore e virtù. Cercherebbe di incrociar lo sguardo dell'uomo che si volta, quello che accompagna il cavallo come s'accompagna un vecchio amico, la fonte del rumor di zoccoli di poco fa. tenterebbe di studiarne il viso, i lineamenti, di caprine le vere intenzioni, la reale indole per quello che ad un primo sguardo si può comprendere. Un uomo dall'aspetto vissuto, un uomo che ha vissuto abbastanza primavere da poter raccontare chissà quali storie. Non è sua la voce di poco fa. Si volgerebbe all'altro uomo. lo osserverebbe, a lungo, con insistenza. E non sarebeb difficile scorger negli occhi della giovane straniera timore e meraviglia a quella vista. L'aspetto imponente eppur aggraziato, i capelli d'argento, il viso segnato da profonde cicatrici. Un viso inusuale. Ed è sua la voce che poco prima parea risuonarle nella testa [perdonatemi... non intendevo interrompervi. sono straniera in queste terre... mi sono ecco... mi sono perduta e cercavo una locanda per questa notte...] sorriderebbe tentando di mascherare quella voluta menzonga. non s'è perduta dhaut, sta esplorando. [mi chiamo Etain, vengo da Eriu] parole profferite in fretta, quasi un fiume [e voi messere, chi siete?] concuderebbe spostando lo sguardo dall'uno all'altro

GIANPHER [radura] [volubile?] rimarca con un sorriso amaro che si disegna sul volto, con il fardello che ancora pesantemente tormenta la sua anima [probabilmente avete ragione Ser ..sempre se si è disposti a pagare il caro prezzo che prima o poi occorre pagare per aver servito secondo i dettami..] si zittisce lasciando poi che l'areldar dia soddisfazione di risposta per primo alla donna.

DRAUGCELEB [radura] [Pagare il prezzo dite? Il prezzo da pagare è per non averlo fatto Gianpher, è l'interpretazione quella che cambia il corso degli eventi.] E gli uomini sono abbastanza bravi in questo, nel dare interpretazioni allontanandosi da quella che è la giusta via. [La locanda di Filippa è a nord Etain. Io sono Draugceleb Morgorion, elfo areldar.] Il nome di suo padre, e il suo retaggio, sono quello che lo rendono chi è oggi, l'essere cavaliere cosa è diventato. Osserva Gianpher, non è ancora arrivato il momento per tornare in magione, ancora rimarrà nella sua dimora nascosta alle pendici del monte, trovabile solo dagli immortali e anche in questo caso, il margine d'errore è davvero alto. [Quella donna è sempre molto ospitale. Gianpher, mi auguro che siate tornato per rimanere. Di solito a chi è stato supremo si dovrebbe proporre un ruolo adatto, ma c'è qualcosa nelle vostre parole, in modi diversi, ma siamo simili. Tornate, e pagherete quello che c'è da pagare con me, tornate perchè ve ne è bisogno.] Immagina possibili risposte, alcune che qualcuno lontano dalla magione gli ha già dato ed alza una mano per fermarlo. [Si è sempre cavalieri, non è vero? Ma ci sono situazioni in cui si ha bisogno che chi lo è, stia al suo interno, stia nel cerchio o ricominci il cammino.] Un filo logico conduce le sue parole, l'uomo potrebbe essere utile.

ETAIN [radura] Pare sia tempo di tacere, di osservare, di imparare di nuovo. Straniera appena giunta eppure già dinnanzi a quello che parrebeb essere un piccolo segreto dell'isola delle mele. Cavalieri, giuramenti, e giuramenti che durano troppo o troppo poco. Impossibile comprendere per chi è appena giunto. Si limiterebbe a tacere, osservare. Apprendere. Per una volta calma ed educata, come sempre fredda e calcolatrice. annuisce silenziosa all'uomo alto che si presenta nientemeno che come un elfo. Vuoi le tenebre, vuoi la stranezza di quell'incontro, vuoi la sua tensione, si asterrebeb da ridere Etain, come altrimenti farebbe. Un elfo! ma il momento è teso, due uomini che paiono uomini fatti d'onore e giuramenti si affrontano, ma senza spade. un dialogo teso, si, probabilmente è di troppo la giovane. Ma v'è da imparare, da comprendere il più possibile di questa terra. E quindi, tenterebbe di fingersi impacciata e spaesata quel tanto che basta per annuire con un gesto del capo... e ancora non muover passo per allontanarsi. E ascoltare ancora.

GIANPHER [radura] [è una proposta?] domanda con tono ironico, cosa che sà probabilmente infastidirà l'Elfo che si muove su un piano di ragionevolezza e logica molto diversa da un umano, ma ha ragione e da vendere , si è sempre Cavalieri e il Cerchio è legame indissolubile [la Magione era la mia casa..la mia ragione di vita e dei miei fratelli sento ancora il legame come se non mi fossi mai alzato dalla Tavola attorno alla quale sedevamo in cerchio...ma starà a voi giudicare se ancora son degno di farne parte..] muove quindi qualche passo fino a raggiungere Skail, la mano destra che prende possesso delle redini quasi ad anticipare ai presenti il congedo [ che la notte vi sia amica Ser Draugceleb...a presto..spero..] poi mentre quasi imbocca il sentiero passando accanto alla donna rimanda [ sono Gianpher di Lambay per servirvi milady..] e senza fermar passo andrebbe a guadagnare il sentiero con Skail che obbediente lo segue al passo.

DRAUGCELEB [radura] Seppur l'areldar abbia cominciato una singolar ten zone con l'altro, fatta di parole mirate, non si dimentica mai di chi ha affianco o di chi è con lui, specie se umani. Non si fida dei due, come di tutti in effetti, tranne che di pochissimi, facilmente contabili con le dita di una mano. Un sorriso affilato distende le cicatrici dell'elfo, soddisfatto dalla risposta ricevuta in effetti. [Una proposta abbastanza evidente direi.] Non si sottrae all'ironia dell'altro, ma ascolta e tra poco perderà il traghetto per Barrington e non ha intenzione di regalare denari a quel taccagno di Richard. [Venite in magione Gianpher, e che le stelle vi proteggano.] Un tono a metà tra consiglio e ordine proferisce la voce profonda dell'areldar, concentrandosi ora su quella figura silente di donna, il cui acquattarsi nell'ombra, non gli è molto congeniale. [Seguite il sentiero Etain, non potrete sbagliare. Sid et gloria.] Un sorriso affilato e un inchino con il capo prima di confondersi tra le fronde oscure della foresta.

ETAIN [radura] le passerebbe accanto l'uomo, di fretta. Un saluto veloce, cortese e freddo allo stesso tempo. Questa dunque è la vita sulla tanto cantata isola delle mele? segreti sussurrati nella notte? onore e giuramenti? non un sorriso, non una parola. Un cenno del capo e lo sguardo che segue per un pò l'uomo che si allontana. Gianpher di Lambay, che fu cavaliere e ancora serba il giuramento. E poi lui, l'uomo che tanto l'ha incuriosita. Quello che si presenta come un elfo. E lo fa con tono serio. Draugceleb Morgorion, l'elfo. Cavaliere, anche lui pare. Quindi cavalieri difendono l'isola. e da cosa? quante domande, ma non adesso, non qui. nomi da ricordare nelle tenebre di una notte di fine estate che sa di primavera sull'isola delle mele. ''dunque... sid a voi messer Gianpher'' direbbe rivolta all'uomo che le passerebbe accanto per allontanarsi verso lo stesso sentiero che qui li ha condotti. E dall'elfo lo stesso saluto '' sid a voi messer Draugcleb''. il tempo di rispondere... e l'elfo è già sparito nelle tenebre. è sola di nuovo dhaut, passeggerà per un pò prima di andare verso la locanda. si, c'è molto da imparare...

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